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Il Comune di Teramo manterrà le partecipazioni in Ruzzo e Te.Am mentre uscirà vendendo le quote dal Cope e dalla Farmacia comunale di Colleatterrato. Questo almeno è l'orientamento non tanto chiaro emerso oggi a conclusione della commissione che si è tenuta a Palazzo di Città. Una commissione Affari Generali che ha avuto momenti di "alta tensione" tra la segretaria comunale e il capogruppo di Futuro In Quintiliani ma anche con il presidente pro tempore del Cope Davide Calcedonio Di Giacinto (subentrato a Giovanni Luzii che si è dimesso un paio di mesi fa). Dicevamo, commissione consiliare "pesante" quando la relatrice Mirella Marchese ha relazionato sul Cope che Paolo Tancredi vorrebbe mantenere in vita mentre Paolo Gatti dismettere. Il presidente Calcedonio Di Giacinto ha spiegato alla segretaria che la partecipata ha chiuso in attivo  (588 mila euro di fatturato e un giro di affare di 47 mila euro secondo il Mef) cosa che non risultava in Comune. L'imbarazzante elenco dei pochi progetti approvati in questi 10 nei quali il Cope non ha pagato al Comune: luce, gas, affitto e acqua accumulando un debito di oltre 30 mila euro è toccato a Valeria Misticoni che non ha potuto che elencare solamente due progetti ed un terzo che non è andato a buon fine per motivi "tecnici". Per questo il Cope dovrà essere chiuso, Tancredi o non Tancredi. Capitolo Farmacia Comunale. Qui si sono sbizzarriti i consiglieri Quintiliani, Falasca, Berardini, Melarangelo. Per gran parte dei presenti la vendita per 650  mila euro sarebbero poca cosa per risollevare le già critiche casse del Comune ma in questo caso i due Paolo (Tancredi e Gatti) sarebbero d'accordo nel disfarsene ed anche il Sindaco pare essere allineato al volere della politica, meno allineato invece Dodo Di Sabatino che ha chiesto nella recente riunone di maggioranza di far quotare il valore della farmacia da una società per vedere se si può ricavare un valore superiore ai 650 mila euro. Dure critiche a questa vendita sono arrivate dalla minoranza presente in commissione tutta, dalla lista civica ed anche da Vincenzo Falasca che ha detto nella replica: «Non condivido le ragioni esposte dalla Marchese sul fatto che bisogna vendere la farmacia perchè a causa del terremoto il quartiere è rimasto con duemila residenti in meno, piuttosto sollecito il rientro di queste persone al più presto». Falasca si è detto contrario alla vendita della farmacia ma quello che deciderà di fare in consiglio lo si saprà solamente il 25 settembre alle 17,30. Capitolo Te.Am. In questo caso c'è poco da dire. La Te.Am è "azienda di famiglia", il comune detiene il 49% e va mantenuta anche se la riduzione dei costi è di solo il 5% e non basta: «Vigileremo - ha detto l'assessore Marchese- e non abbasseremo la guardia, così come non l'abbasseremo sul Ruzzo». Stessa cosa infatti vale per il Ruzzo che in base ad una recente relazione del presidente Forlini letta in commissione la partecipata di via Dati, risulta aver chiuso lo scorso anno con un minimo attivo di più 13 mila euro. «Troppo poco - ha detto la Marchese - per un'azienda che ha pesanti costi di gestione ancora attivi». E a proposito di Ruzzo, Brucchi ha ricordato che: «la situazione al Ruzzo è abbastanza compromessa con i suoi sempre presenti 22 milioni di euro di debiti oltre ai tre milioni e mezzo sempre di debito che la società acquedottistica ancora non riversa al Comune di Teramo», ma da questa partecipata non si puo' uscire nonostante la pesante realtà. RICOGNIZIONE SOCIETA ULTIMA 2017Office Word   ASCOLTA IL SINDACO BRUCCHI