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Un errore l'espulsione di Gabriele Viviani dal PD. Se errore c'è stato, questo risulta fin troppo grande e senza alcuna vera motivazione. Il fatto che Gabriele abbia cercato un chiarimento sulla sua esternazione social sulla questione immigrazione clandestina, questo chiarimento è stato di fatto tempestivo e fattore di grande umiltà, proprio per il fatto che la denuncia alla commissione nazionale di garanzia PD avrebbe comunque dovuto e potuto ascoltare l'ex segretario di Alba Adriatica, non garantendo il suo diritto alla difesa. La possibilità di essere sentito avviene ovunque, persino nelle aziende private, ove le questioni disciplinari sono regolamentate da leggi che tutelano comunque le maestranze, in democratica gestione della problematica tra le parti. Questo nel PD non è avvenuto, e spero vivamente che Viviani faccia ricorso proprio per spiegare i fatti, e sapersi difendere senza che nessuno faccia oltremodo pressioni, come è accaduto già con esponenti regionali del partito, i quali probabilmente non conoscono neanche il tentativo fatto da Gabriele ad un noto sito di informazione locale. Concludo dicendo che non credo ci sia un atto persecutorio, anche se tutto potrebbe farlo pensare, e non credo neanche c'entri con la questione congressuale, infatti la politica ha le sue dinamiche, si va a scadenza naturale di un mandato, ove era già prevista da tempo la consultazione degli iscritti nel mese di Ottobre 2017. Rimane personalmente il rammarico di una questione che poteva essere gestita in modo diverso, considerando la nostra formazione garantista e democratica, da sempre sinonimo di intelligenza politica e dell rispetto della dignità umana. Falone Angelo Responsabile regionale ReteDem Abruzzo