Oggi, alle ore 11 presso la sala giunta del Comune di Pescara sarà presentata
la 22ª edizione del Premio Nazionale per la legalità e l’impegno sociale e civile da 25 anni dedicato alla memoria di
Paolo Borsellino.
Il tema per il 2017 è “L’eredità di Falcone e Borsellino ”.
Saranno presenti:
Marco Alessandrini (Sindaco di Pescara)
Oscar Buonamano (coordinatore del premio Borsellino)
Gabriella Sperandio (Presidente della associazione Falcone e Borsellino),
Alessandra Di Pietro (dirigente IPSSAR “De Cecco”).
Il programma dei
10 giorni della rassegna – dal
18 al 28 ottobre – è ricco di 87 ospiti, con 16 momenti di incontro nelle scuole e università con giornalisti, scrittori, magistrati e testimoni del mondo antimafia, lo spettacolo “Mala’Ndrine” prodotto dal Premio Borsellino, e la prestigiosa cerimonia di premiazione .
Gli incontri di quest’anno si interrogheranno su c
os’è rimasto del percorso di Falcone e Borsellino. Con i giornalisti RUOTOLO, BOLZONI, LO BIANCO, RIZZA, DI NICOLA, ABBATE, CORRADINO, D’AMORE E BORROMENTI ci chiederemo se il loro percorso non rimane: continua. E continua non a parole, ma nei fatti. Con i familiari di GRASSO, MATRANGOLA, LA TORRE, CUCCHI, ALPI spiegheremo ai giovani che l
a memoria di Falcone, di Borsellino, come di tutte le vittime innocenti delle mafie si fonda sull’impegno. Con i magistrati PRESTIPINO, SABELLA, MARUCCIA, PETRALIA, GUARNOTTA proveremo a far capire perché le persone non sono morte per essere ricordate ma perché credevano in un ideale di giustizia che sta a noi raccogliere e vivere fino in fondo.
Le loro sono memorie scomode, che ci sollecitano ogni giorno dell’anno, in ogni istante della nostra vita, non solo in occasione degli anniversari e delle ricorrenze. con i giorni quest’anno L’indifferenza e la rassegnazione sono la malattia mortale da sconfiggere.
Chiede a ciascuno di noi di contribuire perché la vita sociale sia per tutti libera e dignitosa, perché i diritti abbiano la meglio sui privilegi, e le aspirazioni dell’“io” confluiscano nelle speranze del “noi”. Ci sono due cose che come cittadini non ci sono permesse: la prima è ubbidire alle ingiustizie, la seconda è rendercene complici attivamente o passivamente, attraverso l’indifferenza, la rassegnazione, la superficialità. L’impegno contro la mafia non è solo politico, ma anche culturale ed educativo.
L’indifferenza, l’anestesia delle coscienze, la rassegnazione, la delega. È necessario risvegliarci. Ma indignarsi non basta più: occorre darsi da fare. Nella consapevolezza che l’impegno è, con la relazione, l’essenza di una vita libera. E che il primo compito che la vita ci affida è quello d’impegnarci per chi ancora libero non è.
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Programma_XXV PNPB