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«Mio padre mi ha insegnato che dal notaio si va per concludere una compravendita, un mutuo, una donazione, redigere un testamento mentre la politica ha altre regole ed altri luoghi dove confrontarsi e prendere decisioni. Ma evidentemente per fare ciò ci vuole coraggio e capacità che non tutti hanno. Vedremo chi lunedì sarà presente in Consiglio Comunale a rappresentate le proprie ragioni e chi invece, non sapendo cosa dire, non si presenterà all'appello. Questione di stile. Io ci sarò». Affida in questi giorni a facebook le sue riflessioni il Sindaco Maurizio Brucchi dopo l'ennesimo "sgambetto" non riuscito messo in campo da Paolo Gatti e da Futuro In (mandare tutti i consiglieri a firmare dal notaio prima delle ore 16 di lunedi in modo da fare annullare la seduta del consiglio comunale ed impedire al primo cittadino di parlare) oramai Gatti è sull'orlo di una crisi di nervi perchè non sa come fare ad evitare che Brucchi vada in consiglio, lunedì prossimo,  per spiegare ai suoi cittadini che tutto quello che è accaduto in questi otto anni non è solo sua responsabilità ma di tutta la coalizione di centrodestra e quindi anche di Paolo Gatti e del gruppo di Futuro In. Brucchi citerà nomine, fatti, appalti. Insomma se riuscirà a dire tutto quello che ha in mente di dire è possibile presupporre che si alzerà talmente tanto polverone che Paolo Gatti anche se si candiderà a Sindaco di Teramo, voce che circola in queste ore, quasi certamente non verrà eletto nella prossima primavera, nonostante i suoi 10 mila voti dei quali si vanta in ogni stanza ed in ogni momento. Ieri Gatti (con l'aiuto di Pomante) non è riuscito a convincere il Pd ad andare a firmare prima del consiglio che per rispetto istituzionale ha invece deciso di andare a sentire cosa dirà il primo cittadino. Tutto questo ha fatto andare su tutte le furie Pomante che ha anticipato la sua nota ai giornali, i siti (poverini) "godranno"della sue righie solo stamattina. In ogni caso, scrive Pomante: «Ennesimo voltafaccia del Partito democratico, quindi», si legge in una nota di Pomante, «che cambia nuovamente idea a meno di ventiquattro ore dal precedente comunicato stampa. Se era ragionevole la richiesta di rinvio per le esigenze familiari di un consigliere, meno comprensibili risultano le ultime dichiarazioni di Bartolini e Verna circa la loro contrarietà all'iniziativa. Evidentemente sapevano già tutto. Superfluo ogni commento. Non pervenuti gli altri consiglieri di minoranza, che ne hanno fatto una questione personale contro il sottoscritto, come si evince dalle dichiarazioni inconcludenti ed in parte apertamente ostili degli ultimi giorni». Secondo Pomante c'era un dato oggettico: «Oggi (ieri, ndr), alla presenza di ben 8 consiglieri di maggioranza (presenti Berardini e il sottoscritto) sarebbero bastati solo sette consiglieri d'opposizione per mandare a casa il Sindaco e sono mancati, oltre ai consiglieri del Pd, quelli facenti capo a Gianguido D'Alberto, e ad Antonio Filipponi, e i consiglieri Marroni e Cardelli. A questo punto preferisco annullare l'appuntamento dal notaio e, dopo il confronto pubblico di lunedì prossimo vi sfido apertamente a rassegnare le dimissioni a fine consiglio, dinanzi il Segretario Comunale.»