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E' durato più di sei ore il sopralluogo che i carabinieri del Ris e il pm della Procura di Ancona Andrea Laurino ieri hanno fatto alla periferia di Tolentino, in quella scarpata dopo venti giorni fa è stato ritrovato il corpo della pittrice scomparsa il 9 ottobre. Con loro anche una biologa dei Ris, a cui spetterà il compito di confrontare terriccio e vegetazione trovati sulla macchina di ex marito e figlio con quelli repertati ieri a Tolentino. Particolare rilievo assumono anche  i nuovi esami previsti per domani. A Macerata dove i resti della donna saranno nuovamente esaminati per trovare eventuali profili di Dna non appartenenti a lei.  E nell'istituto di medicina legale di Ancona dove inizieranno le operazioni peritali su lenzuola, coperte e nastri isolanti che nei giorni scorsi sono stati sequestrati nella casa di Giulianova di Giuseppe e Simone Santoleri, l'ex marito e il figlio di Renata entrambi accusati di concorso in omicidio e occultamento di cadavere. Quest'ultimi serviranno per accertare se su quei tessuti ci sono tracce riconducibili alla vittima. E' ormai evidente una cosa: gli investigatori sono sempre più convinti che la donna sia stata uccisa a Giulianova, forse avvelenata o strangolata visto che l'autopsia ha escluso colpi di arma da fuoco e lesioni alle ossa. L'ex marito (quest'ultimo ora ricoverato in una clinica di Ascoli) e il figlio continuano a ripetere che quel 9 ottobre Giuseppe ha accompagnato Renata fino a Loreto e qui l'ha lasciata. Ma ormai appare chiaro che gli inquirenti siano convinti che quel viaggio in auto verso Loreto non ci sia mai stato.