
Il nostro territorio dei Monti Della Laga, unico geologicamente marnoso della catena montuosa degli appennini, con il numero più alto di sorgenti di acqua pura in alta quota, è tra i più produttivi di una grande varietà di funghi di grande qualità e varietà.
Già all’inizio della primavera iniziano a nascere gli spinaroli (Prugnoli-Clitocibe Georgi), profumatissimi e gustosissimi. Subito dopo si trovano le zampe secche (Marasmus) poi vari tipi di Prataioli naturali con cappello bianco o beige, le Mazze di Tamburo (Lepiota Procera), almeno quattro tipi di russule buone, i galletti (Catrerellus Cibarius), una varietà di porcini (Boletus Edulis e molti altri tipi di Boletus),i Gallucci, gli Ovuli (Amanita Cesarea), i Torini (Prataioli Giganti), le Manette (Ramaria Flavia), gli Spugnoli (Morchelle), i Coprini (Agarici Chiomati), moltissimi tipi di Ferle mangerecce (Pleurotus), le Cardarelle, le Vesce Giganti, le Trombette dei morti (Catrerellus Cornucopius) e tantissimi altri tipi di funghi mangerecci e di Tartufi.
Nelle nostre case si mangiano tutti questi tipi di funghi e nelle nostre cucine i sono state inventate tante ricette casalinghe per ogni tipo di nostri funghi mangerecci.
Ricercando nella gastronomia italiana si possono trovare una grandissima e numerosa quantità di ricette e si può costruire, con prove accurate nelle cucine dei nostri ristoratori, un menù gastronomico unico e di grandissima particolarità e valore.
Abbinando ai funghi i nostri prodotti agricoli tipici del nostro territorio come carni (ovine, suine, bovine, avicole), come formaggi (Pecorino e bovino), come prodotti di salumeria (Salsicce, salamini, lonze, prosciutti, pancette, lardo e ventricine suine ed anche carni secche di ovini ”Micischia”), come magnifiche patate, buonissimi fagioli, buoni ortaggi e verdure di montagna (voleghe e cicorie varie) possiamo ottenere un menù gastronomico che può richiamare un turismo veramente numeroso.
Anche i prodotti della nostra selvaggina (Cinghiali, Caprioli, lepri e Istrice) e della nostra pesca di acqua dolce (trote e Gamberi di fiume) possono ulteriormente arricchire i nostri menù.
Anche i tanti frutti caratteristici (Mele, prugne, ciliege selvatiche, sorbe) e del sotto bosco della nostra montagna (fragole, mirtillli, lamponi) possono ornare il nostro menù.
Dobbiamo, inoltre, inventare una festa dei funghi che faccia impazzire di gusto i nostri visitatori.
Coinvolgendo i nostri ristoratori, le nostre cuoche e cuochi familiari possiamo creare un laboratorio dove inventare la nostra gastronomia basata su una quantità di prodotti tipici naturali unici e molto rari.
Dobbiamo anche studiare un progetto di conservazione dei vari prodotti micologici abbinando l’utilizzo di congelatori e surgelatori con la riscoperta della tradizionale conservazione per essiccazione, sott’olio e sotto aceto e, soprattutto, a bagnomaria.
Dobbiamo, quindi, creare una conservazione di tutti i tipi di funghi per averli sempre a disposizione in tutti i vari periodi dell’anno.
I nostri ristoranti potranno offrire un menù così vario di piatti di grande valore gastronomico, irripetibile in altri luoghi.
Dobbiamo anche interessare a questo nostro progetto tutti i nostri cercatori di funghi ed invogliare tanti nostri giovani ad occuparsi dei nostri buoni prodotti culinari .
Dovremmo creare un laboratorio di conservazione di prodotti micologici naturali e di frutti silvani in grado da diventare la grande riserva della nostra ristorazione locale.
Successivamente una bella pubblicità potrà far aumentare in maniera strepitosa il turismo nelle nostre zone e potrà far realizzare il nostro sogno di vedere ripopolati i nostri villaggi e di creare tanto lavoro per i nostri giovani.
L’utilizzo e la valorizzazione delle nostre tipiche e tradizionali risorse gastronomiche con le moderne e serie lavorazioni boschive possono veramente arricchire tutto il nostro territorio bellissimo ed unico per il suo panorama.
Solo dai nostri altipiani e, particolarmente, dal nostro Colle Di Mezzanotte, sul Piano Dei Morti sono visibili tutte le catene montuose del centro Italia ed il Mare Adriatico. “Catena dei Sibillini (PG e MC), Monte Dell’Ascensione (AP), Conero (AN), Monte Piselli (TE), Mare Adriatico, Catena della Maiella (PE e CH), Catena del Gran Sasso D’Italia (PE-TE-AQ), Monte Calvo (AQ), Catena dei Monti Della Laga (AQ-TE-RI-AP)”.
Il nostro territorio è anche confinante con il territorio del Comune di Amatrice, sulla cresta del nostro Pizzo Del Camoscio è presente il confine (Nord-Sud), che storicamente veniva superato da molti nostri antenati che andavano a lavorare con le grandi ditte armentizie Amatriciane che svernavano nelle estese campagne romane.
Dobbiamo riallacciare i rapporti con i cittadini Amatriciani che, con la valorizzazione dei loro semplici e buonissimi spaghetti all’amatriciana, hanno costruito un grande turismo internazionale e che godono di un grande afflusso Romano.
La cresta sul fianco a Sud del nostro Pizzo del Camoscio, a 2200 mt.s.l.m., facilmente raggiungibile anche con i SUV dal Ceppo, dista, a scendere verso Amatrice, con un ipotetico percorso rotabile da realizzare, solo circa 6,50 Km. dal Sacro Cuore, Monumento Cristiano di un Frate Santo, costruito sopra la fraz.ne Capricchia del Comune di Amatrice.
L’ipotetica strada di valico porterebbe il nostro Ceppo a meno di 20 Km. dalla Città di Amatrice.
In alternativa, con un piccolo traforo, lungo meno di 3,00 Km.tri, realizzato alla quota di 1.650 mt.ri s.l.m., porterebbe ancora più comodo e corto il tragitto Ceppo-Amatrice (circa 15,00 Km.tri).
Roma Capitale sarebbe raggiungibile dal Ceppo in meno di 150 Km.tri e senza l’utilizzo autostradale ma solo percorrendo l’antica SS n°4 (Salaria).
Anche da Amatrice si potrebbe andare sulle coste del Mare Adriatico con meno di 70,00 Km.tri. di percorso.
Con una ramificazione stradale di alta quota, questa ipotetica strada di valico, potrebbe anche facilmente raggiungere i territori e le frazioni più Occidentali dei Comuni di Crognaleto, Cortino e Valle Castellana.
Occorre anche pubblicizzare la storia di ogni nostro Borgo Storico, descrivendo la vita e le attività preminenti di ogni nostro antenato, mostrando anche le caratteristiche di tutte le nostre numerose chiese.
Tra i nostri compaesani, più recenti e nativi di Rocca S.Maria, abbiamo avuto la fortuna di avere: Di Tommaso Marcello (grandissimo pastore transumante che era molto importante anche a San Severo (FG)); L’ing.Luigi Di Pietro di Fiume (per molti anni ingegnere Capo della Provincia di Teramo); il Dott. Lino De Laurentis di Imposte (grande medico condotto di Valle Castellana); Il pretore Domenico Referza di Canili (grande poeta e scrittore, figlio della nostra maestra Maria Di Pietro-Referza e parente di numerosi sacerdoti e suore Referza di Canili);
Costante Bernardini di Imposte (Il più grande atleta storico della Provincia di Teramo (Calciatore, giocatore di Basket, atletica leggera e tennis); Mara Del Rio di Macchia S.Cecilia (Cantante che vinse anche il Festival di Napoli); Aladino Di Gennaro di Tevere, Alpino e Medaglia D’Argento al valor militare; Il celebre sacerdote Don Pietro Di Pietro di Cesa e tanti altri nostri bravi personaggi molto stimati in provincia di Teramo.
Con grande impegno bisogna anche raccontare e celebrare le immagini dei nostri tre personaggi storici del brigantaggio: MARCO SCIARRA di Castiglione,
periodo fine 1500 e inizio 1600, il re della campagna, celebre per la ribellione al dominio borbonico; Il pronipote di Marco Sciarra, periodo 1600-1650, SANTUCCIO DA FROSCIA, di Cesa, che dopo le sue azioni contro il dominio Borbonico, si arruolò con la Serenissima Repubblica di Venezia e fu un glorioso combattente contro le invasioni Turche; DON DONATO DE DONATIS di Fioli, periodo fine 1700 e inizio 1800 che, schierato a favore dei Borbonici, operò contro gli invasori Francesi, rioccupando, con i suoi ribelli, la Fortezza di Civitella Del Tronto.
Molto rilievo bisogna darlo anche alla prima rivolta italiana contro i nazisti tedeschi con la nostra BATTAGLIA DI BOSCO MARTESE.
Bisogna evidenziare tutti i valorosi episodi celebrati con ben quattro monumenti e lapidi commemorative presenti su tutto il nostro territorio.
In segno di pace occorre anche contattare l’ambasciata tedesca per trovare i nominativi dei tedeschi caduti nella battaglia di Bosco Martese, oltre al caduto Colonnello Hartman, per commemorarli insieme ai caduti partigiani.
Molta importanza va data anche al nostro prezioso ambiente naturale che è unico al mondo con la nostra vegetazione rigogliosa, con le nostre preziose erbe silvane, con i nostri frutti micologici e del sotto bosco e con l’alimentazione delle nostre numerosissime sorgenti inesauribili di alta quota, che impreziosiscono il nostro territorio.
Solo noi abbiamo la sorgente di “Fonte A Fregna” a 2.280 mt.s.l.m.
E’ necessario valorizzare anche il percorso naturale unico e pianeggiante, ornato di numerosissime sorgenti di acqua pura, che dall’area campeggio del Ceppo ci porta fina alla Cascata della Morricana, percorrendo, per quasi dieci chilometri, un bosco bellissimo di faggi rigogliosi ed i giganteschi abeti bianchi naturali tipici delle nostre selve boschive.
Questa strada ricorda anche le grandi lavorazioni boschive del 900”, le numerose piazzole nel bosco, dove veniva prodotta una ingente quantità di carbone vegetale dai nostri boscaioli e dagli altri numerosi boscaioli venuti dal Veneto.
In quel periodo il nostro carbone veniva venduto in tutta l’Italia Centrale.
Occorre anche pensare al grande valore boschivo del Bosco Martese che è presente, in alto fusto su circa 2.000 Ettari e che, con un accurato progetto
e un buon piano economico forestale, può veramente ricreare molto lavoro e produrre legname di qualità e forse anche riprodurre il tipico carbone vegetale, importante per nostra cucina tradizionale.
Con le lavorazioni boschive, organizzate con un moderno piano economico, in società con i territori dei comuni limitrofi si può anche arrivare a lavorazioni su un sito di oltre 10.000,00 Ettari e con lavorazioni organiche ed ecologiche, che non distruggono la superficie boschiva ma migliorano la vegetazione ed i frutti micologici e del sotto bosco, si può arrivare a creare una industria boschiva di valore che può creare una grande occupazione montanara.
Ovviamente per migliorare l’economia debbono essere studiate delle strade antincendio che possono razionalizzare ed economicizzare fortemente i costi della lavorazione boschiva.
La bella strada sentiero verso la Cascata della Morricana, tocca anche opere di presa (Baciletto) ed (Acqua Morta) del canale di gronda che raccoglie le nostre acque e le porta ad alimentare il Lago di Campotosto.
E’ suggestiva anche l’immagine della chiesa di San Michele Arcangelo della
nostra fraz.ne Riano che era in passato anche proprietaria del terreno ove è sorto il Convento di San Gabriele ad Isola Del Gran Sasso.
Occorre anche riscoprire l’importanza della località Colle Castello, posta sopra la fraz.ne Riano, che è anche segnalata sulle carte Borboniche del 1500.
Alcuni raccontano di imponenti ruderi di fabbricato ricoperti dalla foresta.
Sicuramente è interessantissimo il rudere della chiesa di San Flaviano di Tavolero, che ha la facciata di una cattedrale ed è comparsa nei calendari e nelle foto dei paesaggi montani Teramani, ma nessuno si è mosso per salvarla.
Posta a poca distanza dall’abitato del piccolissimo paese di Tavolero, quasi non si spiega la presenza di una chiesa così architettonicamente importante e proprio si stenta a credere che quel fabbricato di culto è quel che resta di una chiesa, in origine, ancora più grande.
Pur essendo apparsa su numerosi calendari e foto turistiche nessuno ente si è adoperato per tentare una pur minima opera di recupero.
Solo pensando all’epoca della sua costruzione, il 1300 circa, considerando la mancanza di strade, l’accessibilità solo pedonale di quei luoghi e la grande lontananza di nuclei abitati di rilievo, si rimane sorpresi dalla domanda del perché in quel posto, così isolato, qualcuno abbia voluto edificare quel tempio cristiano così imponente.
L’analfabetismo ed il maledetto analfabetismo ed ignoranza scolastica dei nostri montanari antenati, purtroppo ci trasmettono notizie troppo scarne e per nulla esaurienti.
Sarebbe bello se qualche nostro giovane si occupasse per fare delle ricerche negli archivi e trovasse e divulgasse la storia di questi templi cristiani distribuiti nell’alto territorio dei Monti Della Laga.
Sono restato sgomento nel rendermi conto che anch’io, pur essendo stato nella pubblica amm.ne, non mi sono mai accorto dell’importanza monumentale di questa chiesa e non ho fatto nulla per recuperarla e sono indignato del comportamento di alcuni parroci che non si sono mai adoperati a conservare e studiare i registri parrocchiali antichi e che talvolta hanno permesso, se non favorito, interventi disastrosi sulle chiese con conseguenti danneggiamenti delle opere d’arte.
Permettetemi ora di suggerire una cosa importante ai nostri Amministratori.
Il Comune di Rocca S. Maria ha un altissimo numero di emigrati in tutto il mondo che, molto probabilmente, hanno grandi ricordi dei loro villaggi ma si sentono dimenticati dai loro compaesani più fortunati, ma anche un po’ più egoisti e svogliati che sono rimasti sul nostro territorio.
Proviamo a ricomporre un legame con loro, troviamo i loro indirizzi nel mondo ed inviamo il nostro saluto ed invitiamoli a tornare in visita, accogliamoli con amore e sollecitiamoli a diffondere e pubblicizzare le nostre risorse turistiche nel mondo, facciamoli risentire nostri paesani e coinvolgiamoli, con grande amore, in tutte le feste e le manifestazioni che organizziamo nel nostro territorio.
Solo così potremo migliorare notevolmente la nostra azione passando da una popolazione operativa anziana e poco numerosa ad un grande popolo attivo più giovane e tanto più operoso.
Tutte le nostre iniziative debbono poi essere fatte in alleanza e solidarietà con tutte le popolazioni e le amministrazioni dei territori confinanti, abbandonando per sempre lo sciocco campanilismo tra i nostri comuni, che diventa molto deteriorante per lo sviluppo ed il successo turistico dell’intero territorio dei Monti Della Laga.
Insieme scopriamo con una analisi attenta ed accurata ogni prevalenza naturale territoriale di tutte le località dei Monti Della Laga e, solidariamente, tutti insieme, mettiamo il massimo impegno per il successo di tutte le iniziative.
Nella storica e bellissima località Ceppo, immersa nel rigoglioso Bosco Martese, abbiamo:1)-Un camping bellissimo; 2)-Un grande ostello; 3)-Una storica ex Casa Cantoniera, gestita dal Parco Nazionale per il turismo dei diversamente abili, con il cortile dove fu ucciso il grande partigiano dott. Mario Capuani;(Lapide di ricordo) 4)-Un edificio ricettivo, con servizi igienici pubblici, in fase di completamento; 5)-Lo storico albergo Julia, notissimo per la sua gastronomia dei funghi; 6)-Il Chioschetto “Bar Marinelli”, che aggrega i numerosi cercatori micologici, provenienti da ogni luogo.
Dobbiamo valorizzare tutte le nostre grandi risorse turistiche e le prime quattro strutture di proprietà pubblica, chiedendo un qualificato contributo gestionale di esperti operatori in grado di abbinare il settore turistico montano Teramano al vicinissimo turismo della costa Ascolana e Teramana.
Operando con impegno potremmo valorizzare le nostre uniche e magnifiche risorse gastronomiche, storiche ed ambientali del Centro Italia.
Anche il Parco Nazionale del Gran Sasso e Dei Monti Della Laga, può aiutarci a sviluppare una economia turistico-ambientale in grado di far ripopolare i nostri borghi ormai definitivamente spopolati, non come discutibili alberghi diffusi, ma come villaggi caratterizzanti le gastronomie tipiche dei luoghi ed i settori tradizionali e storici del nostro territorio.
Voglio anche evidenziare che dal territorio del Comune di Rocca S. Maria, nascono molte sorgenti di vari fiumi:
Una sorgente del Castellano, che confluisce, ad Ascoli Piceno nel fiume Tronto, che a Sud di San Benedetto Del Tronto, sgorga nel Mare Adriatico; Alcune sorgenti del fiume Vezzola, che a Teramo, confluisce nel fiume Tordino; Alcune sorgenti del fiume Tordino, che si unisce a Teramo con il Vezzola e, sul confine tra i Comuni di Giulianova e Roseto Degli Abruzzi, sgorga nel Mare Adriatico; Il fiume Salinello che dal Pianaccio di Acquaratola sgorga direttamente sul Mare Adriatico, tra i territori dei comuni di Tortoreto e Giulianova.
Con il canale di gronda, occidentale della diga Idroelettrica di Campotosto, una discreta portata delle nostre acque vanno a finire in parte sul fiume Vomano ed in una piccola parte sul fiume Aterno che poi diventa fiume Pescara e dalla città di Pescara sgorga sul Mare Adriatico.
(GOFFREDO ROTILI)