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Si è aperto ieri, ed è stato subito rinviato per una questione di incompatibilità di alcuni giudici, il processo che tra i cinque imputati per bancarotta fraudolenta patrimoniale vede anche l'imprenditore teramano Aldo Di Francesco, già editore dell'emittente televisiva Teleponte. Di Francesco, scrive il Quotidiano Il Centro, è imputato nella sua veste di amministratore di fatto della società Ladis. Con l'imprenditore sono imputati l'ex commercialista Marco D'Ignazio e Albano De Angelis, Bruno Scarfagna e Lucia De Angelis (il primo residente a Teramo, gli altri due in provincia di Ascoli). Secondo l'accusa della Procura tutti, nella loro veste di amministratore unico e di fatto di varie società collegate tra loro, avrebbero distratto delle somme. Si legge a questo proposito nel capo d'imputazione del pm Silvia Scamurra (titolare del fascicolo): «Con le modalità e nelle circostanze di seguito indicate distraevano risorse patrimoniali della DEBECO spa per complessivi 3.949.209, 21 euro, così cagionando alla società fallita un danno patrimoniale di rilevante gravità». Secondo la ricostruzione fatta dalla Procura attraverso accertamenti delegati alla guardia di finanza - e che ora dovrà essere provata nel corso del dibattimento che inizierà davanti ad altro collegio - gli imputati nelle loro vesti di amministratori di società, molte delle quali avevano come comune denominatore il nome Debeco, con operazioni di vario tipo avrebbero distratto i soldi dopo la fine della società madre DE.BE.CO dichiarata fallita nel novembre del 2012. Si tratta di una società che all'epoca era molto conosciuta nel settore delle costruzioni ed è ricordata per alcuni grossi appalti di opere pubbliche. Parte offesa nel procedimento la società fallita nella persona dei curatori fallimentari. Queste, ovviamente, sono le tesi dell'accusa. Sarà il dibattimento a chiarire se e quali siano le responsabilità degli imputati che avranno tutta la possibilità anche di provare la loro innocenza.