• FESTA AGRICOLA
×

Avviso

Non ci sono cétégorie
Slitta al 14 giugno l’apertura del processo per gli appalti scuolabus nei Comuni di Teramo e Silvi. Processo che sarebbe dovuto partire stamattina ma che per problemi relativi alla composizione del collegio è stato rinviato a quest’estate. Davanti ai giudici l’ex assessore alla pubblica istruzione del Comune di Teramo Piero Romanelli, al quale la Procura contesta il reato di omissione d’atti d’ufficio,  Vincenzina Cocco, Angelo e Giovanni Fratarcangeli,  Giacomino Di Giacomo e Rentino Di Menna (tutti amministratori e referenti della società Fratarcageli), i dirigenti del Comune di Teramo Cristina Domenica Di Gesualdo e Mara Nanni e la dipendente comunale Annunziata Di Gialluca. Imputati che, a vario titolo ed in base alle diverse posizioni, devono rispondere di accuse che vanno dalla falsità ideologica e materiale all’appropriazione indebita, dalla frode nelle pubbliche forniture all’abuso d’ufficio, dall’omissione di atti d’ufficio al peculato fino all’attentato alla sicurezza ai trasporti. Sotto la lente d’ingrandimento della Procura, che ha ottenuto il processo per i 9 imputati, tutta una serie di presunte irregolarità nell’esecuzione dei due contratti, dalla mancata manutenzione dei mezzi fino all’assenza delle necessarie revisioni. Le indagini, condotte dalla Finanza e dalla Polizia stradale, avrebbero infatti permesso di accertare,  secondo la Procura, una frode nelle pubbliche forniture da parte della Fratarcangeli, appaltatrice del servizio sia per il Comune di Silvi che per il Comune di Teramo,  consistita in una costante carenza nella manutenzione dei mezzi e delle dotazioni di bordo, oltre che delle revisioni periodiche e in costanti violazioni al codice della strada. Per quanto riguarda Teramo, inoltre, vengono contestate in alcuni casi anche la mancanza delle carte di circolazione dei mezzi oltre che delle coperture assicurative. I fatti contestati si riferiscono ad un periodo che va dal 2011 al 2015, con l’ex assessore al Comune di Teramo Piero Romanelli finito a processo perché la Procura gli contesta, in concorso con Mara Nanni e Maria Cristina Di Gesualdo, “avendo conoscenza diretta delle continue problematiche di sicurezza pubbliche connesse ai mezzi adibiti a scuolabus per il trasporto dei bambini delle scuole dell’infanzia  e di primo grado” di aver  indebitamente rifiutato “un atto del proprio ufficio per ragioni di sicurezza pubblica, non esercitando e/o disponendo attività ispettive in relazione ad ulteriori inadempimenti segnalati, in tal modo impedendo che si procedesse alla risoluzione del relativo contratto di trasporto”.