On.le Sergio Mattarella
Presidente della Repubblica Italiana
OGGETTO: visita in Abruzzo per il trentennale dei laboratori di Fisica Nucleare del Gran Sasso - 15 gennaio 2018
Egregio Presidente,
abbiamo appreso della sua prossima visita del 15 gennaio 2018 in Abruzzo presso i Laboratori di Fisica Nucleare del Gran Sasso d'Italia per i festeggiamenti del trentennale dalla realizzazione dell'importante struttura di ricerca.
Ovviamente siamo ben consci del valore mondiale di numerose ricerche ivi svolte e del prestigio che tale attività scientifica ha comportato per il nostro Paese e per l'Abruzzo.
D'altro lato, però, anche per evitare versioni agiografiche della storia di questo territorio, vogliamo ricordare alcune importanti criticità di cui bisogna tener conto come insegnamento per evitare il ripetersi di problemi nel futuro visto che i Laboratori sono classificati quale Impianto a Rischio di Incidente Rilevante sulla base delle Direttive comunitarie e del D.lgs.105/2015 . Tutto ciò per la presenza nei Laboratori di migliaia di tonnellate di sostanze pericolose stoccate nella montagna che disseta con la sua acqua circa 700.000 cittadini in diverse province abruzzesi, in primis le città di Teramo e L'Aquila.
Non possiamo non ricordare che la stessa costruzione dei tunnel autostradali e delle sale dei laboratori negli anni '80 del secolo scorso, senza la sensibilità ambientale che abbiamo oggi, ha comportato l'abbassamento della falda di circa 600 metri, uno dei più eclatanti casi in Europa di impatto negativo dal punto di vista idrogeologico, con effetti ambientali riscontrabili a decine di chilometri di distanza.
Successivamente nel 2002 i laboratori, nonostante i ripetuti appelli e dossier divulgati preventivamente dalle associazioni, furono purtroppo protagonisti di un importante sversamento di Trimetilbenzene, sostanza neurotossica, che comportò il sequestro dei Laboratori da parte della Magistratura per circa un anno, con la scoperta che l'importante struttura scientifica non aveva sostanzialmente alcun tipo di autorizzazione contravvenendo a numerose norme della Repubblica Italiana.
Il dissequestro avvenne solo grazie alle promesse di risoluzione delle criticità, intenti avanzati da Angelo Balducci, nel frattempo nominato commissario delegato del Governo per il Gran Sasso. Oggi sappiamo che, nonostante una spesa di ben 84 milioni di euro, i lavori di messa in sicurezza non hanno risolto alcun problema circa l'interazione tra laboratori, autostrade e acquifero con i relativi acquedotti di L'Aquila e Teramo.
L'autorevole Istituto Superiore di Sanità nel parere del 2013 ha evidenziato la non conformità di alcuni esperimenti con alcune norme contenute nel testo Unico dell'Ambiente poste a tutela delle captazioni idropotabili.
Da allora non solo non si è operato per l'allontanamento delle sostanze chimiche pericolose imposto dall'Art.94 del D.lgs.152/2006, materiali che, tra l'altro, non avrebbero potuto neanche essere stoccati in considerazione dei divieti imposti fin dal 1986 dal D.P.R.236, ma si è anche verificato un altro caso di contaminazione, ad Agosto 2016, con il temibile Diclorometano perso nell'acqua durante una maldestra attività di manutenzione degli apparati sperimentali con conseguente dichiarazione di emergenza idrica per l'intera provincia di Teramo da parte della Giunta Regionale.
Tale fatto ha riportato all'attenzione la generale inosservanza di fondamentali e basilari norme di sicurezza, come, a mero titolo di esempio, l'esistenza di un Piano di Emergenza Esterno per la popolazione approvato come "provvisorio" nel 2008 senza il coinvolgimento della popolazione prescritto dalla legge e poi scaduto addirittura nel 2011 in quanto non più aggiornato ogni tre anni come prescritto dalla normativa in vigore.
Esistono altre criticità che progressivamente stanno venendo alla luce, a partire, a mero titolo di esempio, dalla presenza di una faglia passante nei laboratori stessi, e relativo rischio sismico, alle gravi omissioni per quanto riguarda la trasparenza dei documenti e il diritto all'accesso nonostante l'entrata in vigore delle modifiche al D.lgs.33/2013 (cd FOIA).
Ovviamente queste problematiche sono all'attenzione della Magistratura e di vari enti, in quest'ultimo caso per cercare di affrontare con l'azione amministrativa le criticità di sicurezza dell'acqua ricollegabili alla presenza di alcuni esperimenti (sulle decine in corso) che non potrebbero essere svolti in questo contesto così vulnerabile, all'interno di un Parco nazionale e di un Sito di Interesse Comunitario.
Avremmo voluto poter manifestare il nostro pensiero in maniera colorata e pacifica con un piccolo presidio come è stato fatto a luglio ad Assergi da centinaia di persone e a novembre a Teramo quando 4.000 cittadini sono scesi in piazza assieme alle istituzioni locali per chiedere sicurezza per l'acqua ma una singolare interpretazione della sicurezza, in un sistema territoriale la cui insicurezza è ammessa dalle stesse Istituzioni che Lei sicuramente incontrerà, ce lo impedisce*.
Cionondimeno Le auguriamo una visita fruttuosa auspicando che il tema della legalità possa essere affrontato al fine di garantire contestualmente, con l'allontanamento delle sostanze pericolose e i lavori di messa in sicurezza delle captazioni e delle condotte, il diritto dei cittadini a vivere in un territorio sicuro e ad avere l'accesso all'acqua potabile che è un diritto umano fondamentale nonché la ricerca scientifica che offre all'uomo un orizzonte in continuo divenire. Il tutto senza porre a rischio una Natura che, alla stessa stregua delle attività scientifiche, tutto il mondo ci invidia e che è un patrimonio unico della Nazione.
Ovviamente siamo disponibili a fornire tutta la documentazione del caso e ad illustrare ed approfondire i contenuti delle problematiche sopra ricordate.