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Si "scravatta" Sandro Mariani. Il suo intervento è cominciato solo da pochissimi secondi, la platea strapiena della sala polifunzionale l'ha accolto con l'applauso sorridente che si riserva agli amici e, proprio perché sa di essere tra amici o, come dice lui «Tra la gente che mi conosce...», quella cravatta Sandro Mariani proprio non riesce a tenersela al collo: «Non sono Sandro Mariani con la cravatta - dice alla platea che accompagna il gesto con un altro applauso - la mia gente mi conosce così». E non è solo una questione di forma, quella cravatta, quel gesto, è in qualche modo una questione di sostanza, la "sostanza" politica di un partito che, in provincia di Teramo, ha deciso di giocare l'unica partita possibile, contro l'antipolitica grillina e il vento destrorso dei sondaggi. La partita della faccia. Del mettercela, la faccia. Magari, con quel confronto che proprio Mariani continua ad invocare: «Ho invitato i miei competitor ad un confronto, faccia a faccia, sui programmi, sui progetti, su quello che hanno fatto per l'Abruzzo e per Teramo e la provincia di Teramo in particolare, ma non mi hanno risposto - sottolinea il candidato Pd alla Camera - anzi: del candidato grillino sono ancora in attesa di conoscere la sembianza fisica, c'è chi dice che sia veneto, che ogni tanto appaia da queste parti, ma... manca un mese alle elezioni... ma nessuno l'ha visto...». E non è il solo "invisibile" evocato all'incontro del Pd, l'altro, il "grande assente", attaccato da Manola Di Pasquale e da Massimo Cialente, da Dino Pepe e Stefania Pezzopane, da Luciano Monticelli e da Luciano D'Alfonso, è Gaetano Quagliariello: «E' stato eletto cinque anni fa...e non s'è più visto - attacca Mariani - noi siamo noi...e siamo quelli che conoscete». ASCOLTA L'INTERVISTA DI SANDRO MARIANI https://youtu.be/jPXDJpuQAoo