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Lo sfogo del Sindaco di Pineto Robert Verrocchio con la ricostruzione dei fatti arriva sulla sua pagina facebook. Il primo cittadino di Pineto scrive sullo sversamento dei fanghi proveniente da Ortona: «La Regione Abruzzo ha definitivamente autorizzato il Comune di Ortona allo sversamento in mare di 342.694 mc di fanghi derivanti dai lavori di escavazione dei fondali del Bacino Portuale di Ortona. Il materiale finirà a circa 7 chilometri a sud dalla zona antistante l'Area Marina Protetta Torre del Cerrano. Una decisione che va in direzione contraria alla ricerca di un’ottimale qualità delle acque di balneazione. Un provvedimento che apre le porte ad un sicuro danno economico per le città interessate, tutte a spiccata vocazione turistica.
I Comuni di Pineto, Montesilvano, Città Sant’Angelo e Silvi, insieme all’Area Marina Protetta, hanno già espresso il proprio parere negativo in sede di conferenza di servizi a suo tempo tenutasi. Con forte amarezza, veniamo a conoscenza che le attività di scarico possono procedere regolarmente, come se la contrarietà formalmente manifestata non avesse alcun peso o comunque non avesse suscitato una benché minima riflessione da parte dell’organo che ha concesso l’autorizzazione. Tra l’altro la stessa autorizzazione è stata rilasciata senza attivare una procedura di Valutazione di Incidenza Ambientale, da subito richiesta dall’AMP, proprio perché il parco marino è ora Sito di Interesse Comunitario.” In queste ore stiamo valutando azioni legali utili al blocco dello scarico in mare. Una decisione giudiziaria a noi favorevole potrebbe comportare, tra l’altro, la spiacevole conseguenza della perdita del finanziamento per il Comune di Ortona, città che comunque necessita della sistemazione del porto. Nel contempo proseguirà il dialogo con gli altri Enti coinvolti, ovviamente a partire dall’Area Marina Protetta che sin dal primo momento si è attivata per produrre tutti gli elementi a convincimento che quel lavoro non doveva farsi. Insieme all'Area Marina Protetta chiederemo un incontro con la Regione per eseguire ulteriori approfondimenti scientifici e per valutare possibili soluzioni alternative che evitino lo scarico in mare e per chiedere l’annullamento dell’autorizzazione in regime di autotutela», conclude Verrocchio.