Guardando le saracinesche abbassate nel centro storico di Teramo non si può che pensare alla necessità di aprire un tavolo tecnico con le associazioni dei commercianti e dei sindacati dei proprietari e inquilini per trovare una soluzione a questa “moria” di esercizi commerciali, che non sopportando più il peso di un interminabile crisi e di una sempre più ingerente tassazione costringe gli esercizi commerciali di chiudere la propria attività e di licenziare i propri dipendenti. I negozi, le aziende non riescono a sopportare più il peso dei canoni e d’altra parte i proprietari dei fondi commerciali o artigianali sono sempre più esposti al rischio di una pesante morosità. Con la semplice estensione della cedolare secca anche alle locazioni commerciali e l’istituzione del contratto a canone agevolato con l’estensione della formula degli affitti calmierati anche all’impresa, modificando la legge 392/78, si otterrebbe un risultato efficace e al contempo indolore. Quello che si propone, all’attenzione della Regione, dei parlamentari abruzzesi è la modifica della L. 392/78 con introduzione di una semplice estensione della normativa del canone concordato, un’efficace meccanismo che si basa su una mappatura delle diverse zone del territorio, per una valutazione degli immobili alla luce un canone minimo e massimo. Tale valutazione dovrà essere effettuata dalle principali associazioni dei proprietari e degli inquilini, nonché dalle associazioni di CNA, CONFESERCENTI, CONFARTIGIANATO, CONFCOMMERCIO, coinvolgendo anche la Camera di commercio riunite in un tavolo tecnico, con la vigile mediazione del Comune interessato. Applicando questi parametri alla definizione del prezzo del fondo da locare, si potrebbero attivare delle agevolazioni fiscali, permettendo al proprietario di accedere alla cedolare secca del 10% pagare meno l’imu e tasi, in modo da rendere così appetibile la scelta; all’imprenditore di avvalersi di un costo dell’affitto decisamente più basso e sicuramente inferiore a quello di mercato. Si ritiene infatti, necessaria una riforma delle locazioni commerciali per una materia a oggi ancora regolata dalla legge 392 del 1978, una normativa che ha necessità di essere rivista per diventare uno strumento meno rigido, più flessibile per la sopravvivenza dei locali commerciali e artigianali.