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serafino pulciniDopo due mesi dalle elezioni del quattro marzo scorso le forze politiche elette in parlamento non riescono a trovare un accordo per la formazione del nuovo governo, le cause risiedono, a parer mio, in alcuni comportamenti non rigorosamente rispettosi della Costituzione. L’Italia è una Repubblica Parlamentare, la Costituzione non prevede che gli elettori votino maggioranze di Governo o il Primo Ministro, Essa prevede che il corpo elettorale debba eleggere le rappresentanze parlamentari, proposte dai partiti politici previsti dall’articolo quarantanove, mentre il Primo Ministro e il Governo secondo l’articolo novantadue, devono essere nominati dal Presidente della Repubblica.Il “Rosatellum”- l’ultima legge elettorale - con l’inserimento delle coalizioni, non in linea con l’articolo quarantanove della Costituzione, aumenta le difficoltà per la formazione delle maggioranze di governo. Altrettanta difficoltà determina l’indicazione del nome del candidato Primo Ministro sulla scheda elettorale, oltre a innescare un conflitto tra la sovranità popolare e i poteri del Presidente della Repubblica. In ogni caso queste difficoltà derivanti da comportamenti costituzionali anomali, potrebbero essere superate dal buon senso, invece il “teatrino” che le forze politiche ci stanno offrendo in questo periodo, per la formazione del governo, aumenta sempre di più la sfiducia dei cittadini. Forse la motivazione vera per cui non si raggiunge un’intesa è dovuta all’impossibilità di non poter mantenere le promesse elettorali per mancanza di risorse finanziarie, oppure si vuole dimostrare che per garantire la governabilità si dovrà modificare la Costituzione come vorrebbero i cosiddetti “mercati”.

A Teramo tra un mese si voterà per l’elezione del nuovo Sindaco, le difficoltà per trovare accordi sulla scelta dei candidati e delle liste presentano analogie con quelle nazionali. La legge elettorale dei Comuni anch’essa non in linea con il dettato della carta costituzionale, aiuta a complicare i processi, infatti, essa consente a ogni candidato Sindaco il sostegno di coalizioni di liste che determinano il concorso di un numero inutile ed enorme di candidati consiglieri che dividono la società, il territorio e talora anche le famiglie. Anche in questo caso basterebbe il buon senso per superare le carenze normative; ogni candidato sindaco, d’intesa con gli altri, dovrebbe essere sostenuto da una sola lista, ne beneficerebbe il buon governo della città con risparmio di energie, di risorse finanziarie e miglioramento del rapporto tra candidati ed elettori. Infine il sistema potrebbe essere ulteriormente semplificato se tutte le forze di espressione civica s’incontrassero per concordare un programma unico e un solo candidato sindaco.

On. Serafino Pulcini ex parlamentare