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tinamontinaroOggi alle ore 11 nell’auditorium dell’Istituto “Moretti” di Roseto quattordicesimo appuntamento del PREMIO BORSELLINO TUTTO L’ANNO 2018 nell’ambito del “Progetto per la promozione della cultura della legalità della cittadinanza attiva e responsabile” organizzato dall’Istituto di istruzione superiore “Moretti” e dall’associazione “Falcone e Borsellino” ai sensi delle disposizioni ministeriali sulla promozione delle attività previste dalla legge 107/2015 “Buona scuola”.
Dopo il saluto del dirigente scolastico SABRINA DEL GAONE sul tema si alterneranno TINA MONTINARO (Progetto educativo Quarto Savona 15), PIERGIORGIO MOROSINI (Gip di Palermo, estensore di sentenze ai capi storici della mafia come Riina, Provenzano, Brusca, Bagarella) ANGIOLO PELLEGRINI (Generale dei Carabinieri, già collaboratore di Falcone) e DOMENICO TROZZI (Generale della Polizia di Stato, a capo del nucleo volo di Palermo e scorta di Falcone e Borsellino) .
Una giornata importante sul tema “Il dovere della memoria” nell’ambito delle iniziative per l’incontro degli studenti abruzzesi con la “Quarto Savona 15”, la teca con l’auto di scorta di Giovanni Falcone che sarà a Pescara .
La memoria degli anni di guerra contro la mafia, di importanti avvenimenti passati rischia sempre in Italia di essere vista come un dovere vuoto, un obbligo stantio o un valore istituzionalizzato che però finisce col non avere più presa sulle persone e sul mondo di adesso e soprattutto dei giovani. Anche perché se il ricordo è legato a fatti sui quali non si è fatta giustizia né si è arrivati a una verità, dopo molti anni di indagini, condanne, assoluzioni o depistaggi, può sopraggiungere una certa stanchezza anche nell’opinione pubblica, che il ricordo e la ricerca della verità dovrebbe sempre avere a cuore.
Con i familiari delle vittime noi pensiamo invece che il dovere della memoria sia veramente fondamentale per il nostro paese.
“Il valore della memoria è necessario a proiettarsi nel futuro con la ricchezza del passato” ci dice Fiammetta Borsellino. Il ricordo è una presa di posizione per tutti noi anche adesso, per ribadire che stiamo dalla loro parte, quella dei magistrati, e dalla parte della legalità.
Ricordare significa non arrendersi, ricordare deve significare pretendere una verità che dopo stabilisca le responsabilità materiali e quelle delle menti raffinatissime che hanno lavorato sia subito dopo la strage sia negli anni seguenti perché la verità non venisse a galla. La verità bisogna pretenderla, solo in questo modo il ricordo non sarà vuoto, fine a se stesso, o al massimo relegato a una serata di commemorazione.