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ragazzaletteraOggi, 23 maggio, come ogni anno dal 1992 l'Italia intera si ferma, in reverenziale silenzio, ricordando a gran voce lo scempio di un attentato che non ha coinvolto solo quattro famiglie, ma un popolo intero. Quel sabato di 26 anni fa, non morivano semplicemente un marito, una moglie e tre uomini. No, moriva un giudice, un magistrato e morivano tre agenti di scorta che ogni giorno agivano, proprio come fanno i personaggi di una fiaba, combattendo per ripulire la loro regione, il loro Paese dalla nefandezza umana in nome di valore ormai troppo spesso dimenticato: la Giustizia. Morivano eroi il cui operato arrivava prima dei loro nomi. Nomi che poi sono passati alla Storia: Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Ma questi non sono che alcuni dei nomi che ricordano le grandi imprese compiute da grandi uomini nella battaglia infinita contro l'unico vero cancro dello Stato, la mafia. Perché, vedete, la Storia in sé non é fatta di nomi; la Storia é fatta di personaggi: figure imponenti, ma non necessariamente di statura. La loro imponenza derivava dal loro spessore etico e morale, dalla fierezza con cui hanno affrontato una morte ingiusta per una GIUSTA causa. Perché é questo che fa la mafia: con un nome - quello di Totò Riina in questo caso, ma che avrebbe potuto essere quello di Bernardo Provenzano, Luciano Liggi, Vito Genovese - distrugge in un secondo tutto ciò che c'é di bello e giusto, solo per brama di potere e nulla più.

É una fortuna che il ricordo di un giorno del genere avvenga in piena campagna elettorale, qui a Teramo. Perché, vedete, la mafia non é solo quella dei nomi di cui si sente parlare sui giornali. Oh no, no, no. Se, come ripeto, la Storia é dei Personaggi, cioé di coloro che agiscono, la mafia é dei nomi! Di qualsiasi nome a cui si dia importanza, pur non facendo esso niente per meritarselo! Anche e soprattutto in universi ridotti rispetto a quelli nazionali e mondiali che é solita infangare con il suo miasma infettivo, la mafia é sempre in agguato e il rischio di incapparci é ancora più alto. Noi cittadini, con una matita in mano e una croce su un foglio, il 10 giugno possiamo cambiare la Storia della nostra città: non facciamoci abbindolare dalla facoltà di un nome, confondere da una simpatia, convincere da un parente, non vendiamoci per un piacere. Piuttosto riconosciamo la genuinità, la trasparenza, l'impegno quelli veri senza secondi fini, destinati solo al benessere della nostra città. Non attentiamo alla Giustizia, a Teramo... Facciamola!

EU.GI - TERAMO