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ruzzo-2.jpegL’analisi dei bilanci degli ultimi dieci anni di Ruzzo Reti Spa da parte della Lista Civica 3.0, nella lunga nota diffusa agli organi di informazione, probabilmente effettuata con un po’ di superficialità, produce conclusioni parziali e fuorvianti. Viene infatti addebitata all’attuale governance e, in particolare, al suo Presidente, gran parte delle perdite degli ultimi esercizi.  È un errore. Una lettura più attenta avrebbe dovuto far rilevare che, al contrario, buona parte di esse sono riconducibili ad eventi che si sono manifestati solo negli ultimi anni ma che, oggettivamente, sono la conseguenza di decisioni e di una gestione attribuibili a chi, fra il 2005 ed il 2012, ha diretto la società acquedottistica. Solo a titolo esemplificativo, citiamo le cosiddette “partite pregresse”, frutto di quei mancati riconoscimenti di costi da parte dell’Ente d’ambito che, nel 2014, sono stati responsabili della perdita citata nel comunicato. Oppure le perdite riconducibili al concordato dell’Aca, la società che gestisce l’acquedotto pescarese, che, a più riprese, hanno penalizzato i bilanci di Ruzzo Reti e che, evidentemente, sono il frutto della inadeguata gestione dei crediti operata prima della riorganizzazione voluta fortemente dall’attuale CdA. 

Questi esempi, da soli, sono sufficienti a dimostrare che la lista civica Teramo 3.0 cade in più di una inesattezza.  Inoltre, contrariamente a quanto asserito nel comunicato, la massa debitoria è in costante discesa da cinque anni a questa parte. 

Peraltro, l’attuale vertice della società ha incontrato il Sindaco D’Alberto prima dell’assemblea di approvazione del bilancio 2017, fornendo tutte le delucidazioni  possibili. Ricordiamo, a tale proposito, che le scelte gestionali più rilevanti degli ultimi cinque anni sono sempre state oggetto di analisi, discussione ed approvazione da parte dell’Assemblea dei soci e, in varie occasioni, anche dell’Assi, l’Assemblea dei Sindaci per il Servizio Idrico Integrato.

Anzi, sempre riflettendo sulla lunga nota, è opportuno ricordare che la pianta organica attualmente in vigore è frutto dell’approvazione del Piano Industriale da parte dell’Assemblea dei soci, all’inizio del 2015, e, successivamente, della specifica approvazione dell’ASSI, che ne ha sancito la riconoscibilità all’interno della componente tariffaria in vigore. Anche la proposta recentemente deliberata dal CdA di Ruzzo Reti dovrà seguire lo stesso iter prima della sua effettiva operatività.

Non vale invece la pena soffermarsi eccessivamente sulle notizie inerenti l’assunzione di due dirigenti, in quanto necessarie a coprire il pensionamento di altrettanti dirigenti, uno già avvenuto ed uno imminente.

Due parole, da ultimo, sul personale in somministrazione: è evidente che, non appena saranno chiariti alcuni dubbi interpretativi sul cosiddetto Decreto dignità, la società si muoverà, come sempre ha fatto nel recente passato, nel pieno rispetto delle norme e delle leggi. Infatti, la revisione della pianta organica mira a ridefinire, a distanza di tre anni, e in attesa del nuovo piano industriale, il fabbisogno di personale che, in ogni caso, dovrà essere colmato attraverso procedure  selettive pubbliche.

Peraltro, proprio in attesa delle suddette selezioni pubbliche, per quanto emergenziale, il ricorso al personale in somministrazione è indispensabile per garantire la continuità del servizio sia acquedottistico che di fognatura e depurazione, in particolare in relazione sia alla qualità dell’acqua erogata che della tutela dell’ambiente.

Quanto al contenzioso con il personale, anch’esso è riconducibile, in massima parte, a scelte del passato che, in modo dissennato, hanno distribuito al personale mansioni di livello superiore in assenza del corretto inquadramento contrattuale, che l’attuale governance si trova a dover fronteggiare e, spesso, a dover riconoscere, con pesanti effetti sui bilanci. 

È utile a tal proposito rammentare che la pianta organica attualmente in esame, fra l'altro, affronta in maniera definitiva anche tale problema.

Per quanto concerne il contenzioso relativo ai provvedimenti espulsivi (questi sì una novità del recente passato), premesso che sono stati in gran parte favorevoli alla società, attendiamo fiduciosi i giudizi di impugnativa, confortati anche da pluriennali insegnamenti della Corte di Cassazione nel solco dei quali la società si è sempre mossa.

Infine non possiamo non esprimere sgomento per l’ennesima, strumentale fuga di notizie relativa alle delibere adottate dal CdA di Ruzzo Reti lo scorso 9 agosto 2018.

Orbene, premesso che va ribadito l’obbligo di riservatezza da parte di tutto il personale in forza alla società, è però sorprendente che, come oggettivamente constatabile, ci troviamo di fronte ad un comunicato che, forse nella sua interezza, è stato oggetto di informative puntuali, ma distorte e finalizzate al perseguimento di obiettivi squisitamente personali.