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Nella storica cornice del Liceo Artistico “F.A. Grue” è stato presentata la quinta edizione della “Guida ai sapori e ai piaceri d’Abruzzo” diretta da Giuseppe Cerasa.  A tema autunnale ed invernale, questa quinta edizione nasce con lo scopo di raccontare e promuovere le aree interne della Nostra Regione. Ecco allora che le pagine si riempiono delle migliori espressioni della natura e del nostro territorio: parchi, piste da sci e grotte, baite, rifugi e castelli che raccontano suggestive memorie di secoli passati. Immancabile il viaggio tra le migliori tavole d'Abruzzo, con gli indirizzi di 375 ristoranti, i pastifici, vanto delle tradizioni abruzzesi, ed infine produttori di vino e ricette degli chef. Alla presentazione c'era anche l'assessore regionale Dino Pepe che ha evidenziato in più occasioni l'importanza di questo genere di pubblicazioni.

La guida si apre con una dedica a un illustre abruzzese, Benedetto Croce, del quale viene riproposto un estratto del discorso che tenne per i suoi
concittadini di Pescasseroli nel 1910.
Proprio da Pescasseroli partono le soggettive dei testimonial di questa edizione, Paola Cortellesi e Riccardo Milani.

«L’Abruzzo è la terra di mia madre, il dialetto e forte a tratto incomprensibile dei miei adorati nonni materni, è il sapore dei pranzi della domenica e degli spuntini ‘leggeri’ della mattina. La salsiccia di fegato che la mia bisnonna cvi faceva recapitare ogni anno. Pressoché sconosciuta ai bimbi romani e dunque guardata con sospetto dai miei compagni di scuola, la salsiccia di fegato ha fatto sì che risultassi magicamente invisibile ai ladri di merendine, regalandomi molti anni di serenità a ricreazione.»
Comincia così il ricordo di Paola Cortellesi, a cui fa eco Riccardo Milani:

«Quando ero piccolo il mio Abruzzo si raggiungeva senza l’autostrada, percorrendo, da Roma, la via Salaria. Con la 850 di mio padre era una roba di tre ore e mezzo. E il mio Abruzzo da piccolo erano i paesi di Marucci, Pizzoli, Arischia, L’Aquila, il lago di Campotosto, placido e verde d’estate e ghiacciato d’inverno con noi incoscienti che ci camminavamo sopra.»

Due lunghi racconti a cuore aperto nei ricordi che preparano il lettore alla scoperta dell’Abruzzo d’autunno e l’Abruzzo d’inverno.

“(…) amiamo molto l’Abruzzo e non solo perché grazie alla sua grinta sta facendo passi da gigante nei settori dell’enogastronomia, non solo perché mentre si scia si può guardare l’azzurro del mare, non solo per la genuinità e per il grande attaccamento alle proprie radici e alla propria storia.
L’amiamo per i suoi parchi, per il rapporto con la natura, per l’orgoglio di conservare ed esibire ciò che altrove rischia di diventate superfluo e sorpassato e che qui viene gelosamente conservato come memoria di un popolo. L’amiamo perché ha tante stagioni vere, (…) C’è tanta scelta e non ci si annoia mai” scrive ancora il direttore.

Parchi, piste da sci e grotte dipingono infatti alcune delle migliori espressioni della natura, così come la sezione dedicata a baite e rifugi permette di scoprire meravigliose chicche in quota.

E poi il viaggio tra le migliori tavole d’Abruzzo, con gli indirizzi di 375 ristoranti intervallate dalla viva voce dei migliori chef che raccontano la loro personale visione della cucina abruzzese, e 149 botteghe del gusto dove acquistare il meglio dell’enogastronomia di ogni territorio.
Borghi e dimore di charme precedono il racconto dei pastifici, altro vanto delle tradizioni abruzzesi, per chiudere infine con i produttori di vino e le ricette degli chef.