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martegianimauroBasciano lì 8 dicembre 2018
Ringrazio a nome mio personale, di mio fratello e di tutta la mia famiglia a quanti hanno partecipato al nostro dolore e che hanno soprattutto tributato attestati di stima a Mario accompagnandolo nel suo ultimo viaggio.
Tanta compostezza e commozione ha reso onore alla sua persona e al suo operato e di questo ringraziamo tutti indistintamente.
Come ha scritto papà nel suo saluto “a quanti mi hanno rispettato e a coloro che mi hanno dimostrato il contrario”.
Ed è proprio dalla sua visione della gestione del rapporto con i suoi concittadini ed interpretazione del ruolo pubblico che sento la necessità di fare alcune riflessioni.
Quando si è a capo di una organizzazione, di un ente pubblico, di un istituto di credito come la BCC, e a questa mi riferisco segnatamente, si devono rispettare tutti coloro che contribuiscono o hanno contribuito alla crescita ed al consolidamento di una realtà partita tra mille difficoltà, incertezze, dubbi e scetticismo.
In tanti sentiamo ancora il sapore della diffidenza che aleggiava attorno a questa iniziativa e ricordiamo la pervicacia e il coraggio che animavano quei pionieri che consci della loro motivazione, non si fermarono davanti alle prime difficoltà. Era il 1983.
Tutti siamo orgogliosi oggi di questa bella realtà, ben governata, che tanto ha contribuito ad aiutare il territorio e a sostenere l’economia di questa comunità e della sua gente. Tuttavia questo orgoglio viene offuscato , ridimensionato ed appannato dall’atteggiamento di chi si lascia prendere da personalismi esasperati e muovere da motivi che non dovrebbero animare chi riveste una carica pubblica. Si è sindaco o amministratore di tutti e non di una parte. Ma soprattutto non si può dimenticare il passato, parte fondamentale della nostra vita e dal quale tutti veniamo.
Ognuno è libero di seguire i propri pensieri e le proprie scelte nell’ambito della famiglia, della propria attività, ma non quando si riveste un ruolo di guida, si deve condividere il proprio pensiero con una moltitudine di persone. Decidere di partecipare, con qualsiasi manifestazione, ad un lutto di un suo socio fondatore piuttosto che ad un altro non ha senso. E’ come avere il potere di brandire una durlindana e decidere quali rapporti recidere, quali persone rispettare e quali invece ostracizzare.
La risposta a questo falotico atteggiamento non può essere solo il silenzio, ma il garbato racconto di chi continua ad avere una coscienza, una propria visione della vita ed un suo pensiero scevro da condizionamenti e libero nella sua espressione.
Inviare un telegramma di condoglianze pervenuto tre giorni dopo il funerale, presumo dopo tante lamentele di tanti che avevano stigmatizzato questo atteggiamento come oltraggioso , è un atteggiamento ingiustificato ed immotivato. Tutto quello che si è fatto dopo, sino a ieri l’altro in maniera perfuntoria sa di stantio e di abborracciato. In altre occasioni i manifesti di cordoglio della BCC campeggiavano prima degli altri e sicuramente per persone meritevoli di ogni stima e riconoscenza. La partecipazione deve essere spontanea oltre che istituzionale. Anche se non si sente dentro nessun trasporto verso un socio, ma se questi ha rappresentato un momento importante nella creazione di questa realtà , chi riveste un ruolo fondamentale deve onorare gli impegni istituzionali che non sono quelli di celebrare solo gli innumerevoli ed indiscussi successi economici. Tutto ciò è semplicemente triste . Dimostrare il contrario di quello che affermo sarà impresa ardua ….. ma pur passando sopra a tutto ciò, era giusto condividere questa riflessione.
Ringrazio di nuovo tutti di cuore ed anche chi ha messo in evidenza come sia più facile rimanere vittime di personalismi esasperati e prigionieri di rivalse inutili , piuttosto che seguire la coerenza formale e l’oggettività del passato storico.

Daniele Martegiani

“Non potranno mai toglierci il rispetto per noi stessi, se non saremo noi a darglielo.”
Gandhi