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«Perché l’hanno messo alle nove della sera? Con questo freddo i bambini come fanno?» Era questo, ieri pomeriggio, il ritornello costante, come una collettiva colonna sonora, tra i commenti di quelli che si preparavano al concerto di Cristina D’Avena. A rispondere, è stata la piazza. Perché di bambini ce n’erano tantissimi. Anzi: il pubblico era composto quasi esclusivamente di bambini… e che avessero trenta o quarant’anni (o magari anche cinquanta) non conta.

Erano bambini.
Tutti.
Chi altro, se non una platea di bambini avrebbe riempito la piazza gridando a squarciagola “Pollon combina guai”, e chi altro, se non un pubblico di ragazzini affascinati dai patimenti amorosi di una diciottenne che gestisce un ristoranti col padre e ama il cantante di un gruppo rock, si sarebbe emozionato al limite della commozione mentre piazza Martitri coreggiava “Kiss me Licia”?.
Il concerto di Cristina D’Avena, sia pure con un freddo che a tratti sembrava polare e che richiamava quello di un’altra notte, che resterà per sempre indimenticabile, ha spiegato con la forza dei numeri che Teramo, quando viene sollecitata, risponde. E risponde bene. E’ la qualità dell’offerta che fa la qualità del pubblico. Pensare che Marina Rei (con tutto il rispetto che si deve all’artista) potesse riempire piazza Martiri, in quella notte, significava scegliere con l’arroganza di un potere malgestito, per la riaffermazione di un proprio ruolo di aurorità e non per il piacere dei cittadini. La piazza vista con gli occhi dell'assessore gattiano era diversa, molto diversa da quella sulla quale si sono aperte le note di “occhi di gatto”, che qui vi riproponiamo nell’esclusivo filmato di certastampa.
E stata una bella serata.

No, è stata una splendida serata.

Per tutti i "bambini".


Ma non staremo qui a magnificare il Capodanno Teramano, perché i bilanci li faremo alla fine, e non ci uniremo al coro di quelli che parlano già di rinascita della città, perché c’è molto da fare, e Teramo non può permettersi di perdere la grinta che la vera rinascita pretende. Questo è il primo passo di un viaggio lunghissimo. Ed è primo passo fatto bene. Fatto bene non solo per la riuscita del concerto di Cristina D’Avena, al quale farà eco con successo anche maggiore quello di Ermal Meta, per il quale si stanno muovendo frotte di fans e anche gruppi di camperisti da ogni angolo d’Italia, mentre la Notte della Taranta/saltarello è un po’ più una scommessa, vista anche la concorrenza di altri eventi questa notte.
Ma questo, soprattutto, è un primo passo fatto bene perché, per la prima volta dopo tanto, tantissimo tempo… c’è un’idea. Un’idea vera, non un “finto evento storico” come il concerto / saggio bambinesco dei cento cellos in Duomo, ma un’idea che funziona: quella di non puntare sulla notte del 31 come “momento clou”, ma di costruirle intorno un prisma e un dopo. Il resto, lo fanno i soldi (della Regione, che stavolta stata presente), e la partecipazione di chi conosce la città e il settore, e in questo caso la Riccitelli, che ha gestito tutta la costruzione del “trittico” di fine anno, da Cristina D’Avena a Ermal Meta, con tutto quello che ne consegue soprattutto in termini di gestione della sicurezza.
La sinergia Regione - Comune - Privati, per costruire “qualcosa” su un’idea nuova, è quello che potrà offrire a Teramo la chiave della rinascita vera.
L’anno che sta per cominciare sarà un anno decisivo.
Intanto, comincia bene e… visto il passato, è già tantissimo.