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tribunale 768x280Erano stati completamente inventati dalla teramana Tiziana Panichi, i due episodi di aggressione nei quali la stessa donna sarebbe stata vittima del Questore di Teramo. Ed è per questo che la stessa donna è finita sul banco degli imputati, dal quale, oggi, ha visto sfilare i primi testimoni, che hanno ricostruiro proprio i due episodi nei quali la donna aveva raccontato di aver subito un’aggressione personale, dentro casa, da parte dell’alto dirigente di polizia. Entrambi in estate, a giugno e ad agosto. La donna, sempre secondo la Procura, potrebbe aver inventato i due episodi per far ingelosire il carabiniere in pensione che allora la frequentava, e divennero di dominio pubblico perché raccontati da un blogger treramano, con una dovizia di particolari sulla quale anche il processo dovrà far luce. I pubblici ministeri Bruno Auriemma e Davide Rosati in aula hanno ascoltato anche il capo della mobile, Roberta Cicchetti e il vice Ennio Falcone, che hanno raccontato delle verifiche effettuate quando arrivò la segnalazione di alcuni a colpi di pistola esplosi nei pressi dell’abitazione della donna oggi accusata di calunnia, e che all’epoca raccontò che quei colpi erano indirizzati all’auto blu di Gianni Letta, che secondo la donna era venuto in città per portarle solidarietà. In realtà, l’allarme era stato lanciato dall’ex carabiniere amico della donna. Il processo è stato aggiornato a luglio con la convocazione di altri testimoni a cominciare dal poliziotto Patriarca, la cui relazione sulla prima falsa aggressione fece scattare l’inchiesta, per proseguire con l’ex assessore comunale Franco Fracassa amico del carabiniere in pensione (co-imputato nel processo per procurato allarme e che ha oblato) e il blogger de I due punti, Giancarlo Falconi che scrisse di entrambi i falsi episodi.