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dislessiaQuesta è la lettera di una madre. E’ una lettera che lascia senza fiato, come un pugno allo stomaco. E’ la lettera di una donna che si batte per la dignità di sua figlia, e di tutti gli altri che vivono la stessa realtà. E’ la lettera di un genitore che sta pensando di trasferire sua figlia in un’altra scuola. E’ la lettera di una cittadina che non si sente compresa dal suo Paese. E’ la lettera di una teramana, che chiede di non essere lasciata sola.
Non la lasceremo sola.
E non lasceremo soli tutti gli altri genitori che vivono la stessa situazione.
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Buongiorno,

Sono la mamma di una dodicenne dislessica che frequenta la seconda media nella scuola di Villa Vomano (I.C. Falcone e Borsellino Teramo 5 diretta da Maria Letizia Fatigati) .
La dislessia di mia figlia è stata diagnosticata negli ultimi mesi della quinta elementare  e solo a seguito del mio dubbio sul fatto che fosse "svogliata", "poco intelligente" o "dislessica".
La diagnosi è stata fatta dal Professor Cerbo di Pescara, la mia piccola era dislessica e per tutti quegli anni aveva sofferto tantissimo, per portare avanti lo studio ingegnandosi a trovare autonomamente delle strategie per ottenere comunque dei buoni risultati a scuola.
A seguito della diagnosi, che tra le altre cose ha evidenziato una autostima praticamente zero, ha iniziato un percorso di sostegno psicologico con una dottoressa che con tanta pazienza la sta aiutando a riscattarsi dal ruolo di “stupida", che lei stessa si era autoinflitto. La scuola, con l'ausilio anche della Dottoressa che sta seguendo mia figlia per il sostegno psicologico (a mie spese), ha redatto il Piano Didattico Personalizzato sia per  lo scorso anno che per quello in corso, ma senza applicarlo. Spesso mia figlia si trova a dover affrontare nella stessa giornata doppie verifiche anche nella stessa materia!!!!
Veniamo a ieri.
Da quest'anno a mia figlia era stata assegnata una compagna di classe (ragazzina molto brava e con cui mia figlia ha un rapporto di grande amicizia), che le faceva da tutor (previsto dal PDP) che la aiutava ad esempio a ritrovare "il segno" di letture fatte in classe, quando la mia bambina lo perdeva oppure a segnare correttamente i compiti per casa scritti alla lavagna.
Ieri le due bambine sono state separate, per una "normale periodica riorganizzazione della classe che ha coinvolto tutti i ragazzi" (cito referente del Disturbo Specifico dell’Apprendimento di mia figlia). Un tutoraggio, se funziona non si riorganizza...
So che la mia storia può non sembrare appetibile dal punto di vista giornalistico, le difficoltà che ogni giorno i dislessici affrontano non fanno scoop, ma Le assicuro che dietro questa problematica c'è un mondo di frustrazioni, di diritti negati, talvolta anche di surreale dubbio sull'autenticità della diagnosi che non può e non deve restare sommerso.
Il dislessico è un bambino come gli altri, normodotato e talvolta anche con q.i. superiore alla media, il dislessico è un bambino che spesso rinuncia agli studi ed è la scuola stessa che lo porta a rinunciare, solo perchè la stragrande maggioranza degli insegnanti si rifiuta di lavorare come dovrebbe. In Italia si parla tanto di didattica inclusiva, ma per tanti insegnanti è più semplice fare delle fotocopie da un libro quando devono somministrare delle verifiche talvolta anche per quelle materie che dovrebbero essere esclusivamente "orali", venendo meno all'impegno sottoscritto con il PDP e all'impegno sociale e morale che l'insegnante dovrebbe avere comunque sempre e per tutti.
Spero Lei voglia aiutarmi a sollevare questa situazione, per mia figlia e per tutti quei bambini che pensano di essere stupidi solo perché sono talmente intelligenti da mettersi in discussione.
Non lasciateci soli.

Lettera firmata