• MCDONALDS
×

Avviso

Non ci sono cétégorie
Peggio di così,  non poteva finire il teatro romano di Teramo. O forse no? Forse qualcuno, (Teramo Nostra ad esempio) dovrebbe mobilitarsi per impedire che il progetto, fatto redigere dall'allora sindaco di Teramo Maurizio Brucchi, vada avanti? O magari, dobbiamo sperare che si faccia presto? Una cosa è certa:  quello che vuol fare lo staff di progettisti, incaricati dalla vecchia amministrazione, dovrebbe essere condiviso con i cittadini, prima che venga dato l'ok nell'area più antica della città,  ad un progetto che prevede una copertura moderna come quella presentata prima che il Comune cadesse e che, solo adesso viene divulgato (tramite il Centro)...chissà poi perchè adesso, ed in questo contesto e a pochi giorni dal voto per le politiche. Un po' ipogeo, un po' palazzetto dello sport, un po'  "minicolosseo 4.0". Vi piace? L'intenzione dei progettisti, sarebbe quella di ricoprire parte dei resti del monumento di età imperiale con una struttura in vetro e acciaio. Il progetto definitivo, è stato redatto da un gruppo di professionisti che fa capo allo studio di architettura Bellomo di Palermo. 220mila euro il bando di progettazione di un intervento che,  come è noto, prevede anche l'abbattimento di casa Adamoli e casa Salvoni, e poi il riadattamento dello spazio a teatro. Dunque, adesso si scopre che il teatro romano, che ha resistito a qualsiasi intemperia sarà non più all'aperto, ma chiuso in una scatola chiusa, simile a quello che è accaduto agli scavi di piazza Sant'Anna. I cittadini che ne pensano? E i futuri candidati a Sindaco di Teramo? il progetto GUARDA TUTTI I DISEGNI Così lo descrivono i progettisti: «Il riuso del teatro e la ri-vitalizzazione della funzionalità del sito circostante è l’obiettivo principale che sará seguito per definire la ricomposizione dell’area. Il riordino e la valorizzazione sia del vuoto urbano, cioè i resti archeologici del teatro romano, che degli spazi adiacenti, siano essi le strade, il verde, i parcheggi, ecc., sono i punti chiave, nonché le esigenze, che, necessitando di una sensibile risoluzione, faranno la differenza fra questo monumento, che è un’area storica degradata, e uno spazio che si basi, invece, sul rapporto forte che esiste tra il presente e il passato, storia e progetto. La chiave di volta sará, dunque, la diacronia, come lettura stratigrafica dello spazio » [gallery ids="86546,86547,86548,86549,86550"]