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mogliemalerbaAbbiamo rivolto alcune domande ad Anna Lapenna, moglie di Luigi Malerba (1927-2008) uno dei migliori e più apprezzati autori italiani del secondo Novecento. Malerba ha scritto libri memorabili, tra i tanti: Il serpente, Salto mortale, Il protagonista, Le rose imperiali ,Dopo il pescecane , Il pianeta azzurro, Testa d’argento, Fantasmi romani, Le galline pensierose, Consigli inutili, Il pataffio ,Storiette e Storiette tascabili , Strategie del comico ,Mozziconi.
Malerba ha lavorato per il cinema e per diversi giornali.




Signora Malerba, sabato 4 maggio, nella libreria Diari di bordo, ha parlato con Daniele Benati di “Mozziconi” il racconto scritto da suo marito nel 1975

Vorrei subito dire che è stato un bellissimo incontro molto molto stimolante, alla presenza di un foltissimo pubblico. Succede sempre così in questa libreria , è la seconda volta che vado da loro per la presentazione di un libro di mio marito. Questa volta con me c’erano Daniele Benati letterato e scrittore finissimo, e Gino Ruozzi che ha curato gli ultimi racconti di mio marito “Sull’orlo del cratere”, edizione Mondadori. Ruozzi ha sviluppato un’analisi intertestuale tra “Mozziconi” e “ Pianeta azzurro” , le due opere di mio marito caratterizzate dall’ impegno civile.
Mozziconi è un barbone che vive sotto i ponti del Tevere, una specie di filosofo, che pensa e mette i pensieri in bottiglia e li affida alle acque del Tevere, non lega con gli altri barboni che neppure leggono i giornali vecchi come fa lui.
Con le piante scrive una brutta parola (merda), il sindaco non può distruggere le piante e quindi … la parola resta.
Daniele Benati ha parlato della lingua di Malerba, apparentemente semplice, un parlato… in realtà elaboratissima, dargli questa naturalezza non è facile, è uno dei lavori più difficile, più complicati.
Le cose fatte con naturalezza, che sembrano nate per caso e dall’improvvisazione, sono sempre frutto di un grande studio.

Come ha conosciuto Luigi Malerba?


Non è una cosa così strana. Io l’ho conosciuto attraverso un amico comune, un giovane amico mio compagno dell’Università. Era stato invitato ad una cena, sono andata con lui ed era… la casa di Malerba, è nato tutto da lì, da casa di Malerba. L’ho conosciuto a casa sua.


Com’era Luigi Malerba nel privato?


L’uomo privato… posso dirle che molti scrittori scrivono in concentrazione, lavorano in stanze chiuse piccole, appartate. Così era per molti nostri amici il loro studio era appartato, lontano dai rumori della casa. Mio marito no, non era così, diceva di sé che non lavorava in concentrazione ma in “distensione”. Si figuri che il suo studio era la camera centrale della casa, non c’era porta, era una grande stanza, i figli per andare nella loro camera da letto passavano lì, Gigi aveva bisogno di molto spazio, di molta luce. Gli piaceva molto guardare dalla finestra ma non voleva rispondere al telefono, rispondevo sempre io. In tutta la vita con lui non ricordo di aver mai sentito “Anna, non mi interrompere, sto lavorando”. Io tornavo da fare la spesa e la prima cosa che facevo, era una mia abitudine perché questo desiderava, andavo subito a raccontargli chi avevo incontrato, chi avevo visto, cosa avevo fatto e lui diceva “Ah, sì…”, e ascoltava.
I figli andavano e si facevano aiutare a fare i compiti, in particolare era bravissimo in greco, filosofia, fisica, li aiutava molto in queste materie.

 

“Mi piacevano moltissimo le cose che scriveva”, tra voi c’erano sempre lunghissime conversazioni. A questo proposito possiamo dire che “Itaca per sempre” nasce proprio da un vostro diverso punto di vista su Penelope?


Sì, in qualche modo era proprio così, anzi le dirò, esattamente così. Ho sempre pensato che per Penelope non riconoscere Ulisse era una vendetta per i suoi tradimenti, ma non glielo avevo detto mai apertamente. Un giorno eravamo a casa nostra in campagna e c’era un nostro amico grecista e si parlava di Ulisse , io ho parlato di Penelope. Gigi ha detto che era un’idea bellissima così ha scritto il libro.
Poi le volevo dire un’altra cosa, a cui tengo moltissimo, mi piaceva molto tutto quello che scriveva anche perché non aspettava di finire un capitolo ma voleva che io leggessi subito Mi spiegava che “a volte i personaggi si impongono prendono loro in mano la situazione”.

 

Per Malerba, ispirandosi al racconto di Baudelaire “Perdita di aureola”, c’erano gli scrittori con aureola e senza aureola


E’ vero , così disse ispirandosi al racconto di Baudelaire, scherzò sul fatto che ci sono scrittori con l’aureola fortunati e poi quelli che lavorano e che fanno fatica. Gigi lavorava tanto, lavoro di ricerca, faticoso, di creazione, di lingua. Pensava che nel piacere è compresa anche la fatica , il piacere è però più forte. Soffriva se non poteva scrivere, scriveva sempre, anche per strada raccoglieva la vita, la strada era la sua ispirazione, e io sono certa… lui aveva la sua aureola !

 

Malerba intellettuale con grande “tensione morale e impegno civile”


Questo sì, è vero, io ci tengo molto perché era una caratteristica molto molto forte nelle opere di mio marito. Nei suoi libri c’è sempre questa condanna dell’ingiustizia, aveva anche una grande tensione morale. Malerba ha parlato, nel 1978, dell’inquinamento acustico della radio vaticana che aveva una certa lunghezza d’onda perché doveva raggiungere qualsiasi parte del mondo.
A Orvieto, dove abbiamo la nostra casa di campagna, ha difeso il quartiere medievale che volevano distruggere.
Sempre a Orvieto ha cercato di impedire la costruzione di un bruciatore che avrebbe inquinato tutta la campagna, ha presentato tutti i documenti e il bruciatore non è stato realizzato.


“La premiata ditta Malerba”, ( la definizione è dello scrittore) va sempre avanti, soprattutto perché per lei c’è una parola chiave “memoria”


E’ vero, la parola chiave memoria mi fa un po’ anche paura, ma è l’unica forma di immortalità, io voglio che Malerba sia sempre più amato e ricordato dai giovani e dai bambini.Credo che avesse scelto questa definizione, “Premiata ditta Malerba”, perché voleva farmi partecipare ai suoi successi che invece sono esclusivamente suoi, io forse ero la presenza che alleggeriva perché mi occupavo di cose pratiche, parlavo con gli editori e leggevo tutti i suoi libri.
Teneva molto al mio giudizio, diceva che era molto importante, non è che seguisse sempre le mie indicazioni, però le ascoltava.
Le racconto che per il libro “Diario di un sognatore” io mi sono molto scossa, per un anno intero ha scritto i suoi sogni perché aveva una vita notturna faticosa.
Per me era una cosa terribile scrivere i sogni, avevo detto di no perché è come mostrarsi nudi, ma rispondeva “io non ho paura di mostrarmi nudo”.

C’è il premio Malerba, quest’anno con una sezione dedicata ai ragazzi..


Il premio è stato fondato nel 2009 per onorare la memoria di mio marito, si rivolge alternativamente a opere indite di narrativa, premiando un romanzo o una raccolta di racconti o di cinema premiando una sceneggiatura o un trattamento, per ricordare le attività alle quali si è dedicato con passione e successo. Il Premio ha sede a Berceto, in provincia di Parma dove è nato Gigi e a Roma . Da quattro anni abbiamo istituito anche il “Premio per l’albo illustrato” si rivolge a opere edite in lingua italiana.
Io vorrei tanto che i ragazzi leggessero i libri di mio marito, perché i giovani sono gli uomini di domani , e io gli affido la memoria di Luigi Malerba.
Anna Brandiferro

annabrandiferro

 

(foto testata Donna Moderna)