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di Michele Raiola

In data 10 Maggio la prof.ssa Anna Di Ottavio ha inviato ai componenti del comitato di quartiere Teramo Est una bozza di statuto che ha pubblicamente dichiarato di aver redatto in un tavolo di lavoro. Peccato che non abbiano voluto aprire la seduta del tavolo di lavoro perché non tutti i presenti hanno giurato fedeltà alla presidente davanti al primo cavaliere Paola Cardelli. MA IL FATTO GRAVE NON È QUESTO. Ha presentato una bozza di statuto che stravolge completamente il Comitato di Quartiere Teramo Est in un’associazione, una vera associazione basata sul D. Lgs. 117/2017, come lei stessa scrive, probabilmente di volontariato o per gli anziani, chi lo sa, presidenzialista e dagli scarsi valori democratici. Siamo molto lontani da quei mores decisi e firmati nel contratto con i cittadini per la candidatura. Essi sono stati depennati e sostituiti da articoli non discussi da nessuno, a differenza delle prime 14 regole in vigore nel comitato attuale che furono elaborate per circa due mesi da tutti i cittadini che volevano partecipare (ne erano almeno una ventina), pubblicizzate e poi approvate in assemblea senza neanche un voto contrario.

Chissà perché ora le cose cambiano. Chissà perché ora non è più il comitato, composto dai nove eletti, a decidere l’ordine del giorno, ma il presidente. Chissà perché ora non c’è più bisogno di una sede e viene individuato, in modo arbitrario, il domicilio della prof.ssa Anna Di Ottavio. Chissà perché il numero minimo dei componenti per tenere in vita il comitato è diventato 3 su 9 e non più 5. Chi lo saprà mai perché la mancata convocazione dell’assemblea da parte del presidente su richiesta di 10 cittadini non comporta più la decadenza automatica, ma “può essere causa di revoca da parte dell’Assemblea”. Senza considerare che il compito della convocazione di questa assemblea passa al Comitato dei Garanti e non più al Vice Presidente. Ah, già, dimenticavamo che il Comitato dei Garanti non è più quell’organo meramente consultivo, formato da 5 persone estranee al territorio del quartiere e dai validi curricula. Non più quello nominato nell’Assemblea del 18 Gennaio all’unanimità (anche la prof.ssa Di Ottavio era presente). Esso, piuttosto, diventa un organo composto di 3 soggetti, appartenenti al territorio, eletti direttamente da loro stessi, insomma una garanzia che il cittadino può avere dal proprio cervello. Una garanzia, speciale, che possono darsi da soli. Un Comitato dei Garanti che funge da tribunale, dove poter decidere, senza nessuna vera competenza, se un componente del Comitato, eletto democraticamente dal popolo, debba subire o meno la revoca del suo mandato. In sostanza, ce la suoniamo e ce la cantiamo. E il comitato che ruolo ha? Il Vice presidente in tutto ciò che fa? Sono tutti dei poveri sfigati che dovranno girarsi i pollici. Esautorati totalmente. “Mi dispiace, ma sono la presidente!” cantavano le ghiandaie imitatrici passate di lì.

Noi (sì, è giusto parlare al plurale perché ci sono tanti cittadini dalla parte giusta) crediamo in una realtà ben differente da quella prospettata da questo colpo di mano arbitrario. Da questa parte del fiume si crede che un modello adatto alle esigenze di un quartiere, specialmente così tanto sfiancato dal terremoto, sia quello del Comitato di Frazione di San Nicolò, che funziona, benissimo. Ovviamente deve essere cucito su misura delle peculiarità del territorio di Teramo Est e dei suoi cittadini, cosa che abbiamo provato a fare con una bozza di statuto (pubblicizzata sulla pagina Facebook del comitato) che non si distacca dalle prime 14 regole pattuite con l’assemblea, bensì le rinforza e cerca di dare loro quell’audacia che serve per combattere regine e primi cavalieri che vogliono usurpare il trono destinato al popolo.