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"I problemi del Gran Sasso vanno risolti una volta per tutte facendoli emergere e prendendo atto dei limiti oggettivi del sito a partire dal rischio sismico e dalla presenza di faglie attive e dalla presenza di un patrimonio di acqua; invece ci sono settori degli apparati degli enti che continuano ad operare per mettere la polvere sotto al tappeto. Figurarsi cercare di derogare alle norme poste a tutela della salute dei cittadini. Ora basta" così la Mobilitazione per l'Acqua del Gran Sasso che oggi in conferenza stampa ha presentato le osservazioni sulla proposta di Piano di Emergenza Esterno dei Laboratori Nazionali di Fisica Nucleare per la gestione degli incidenti rilevanti (le alleghiamo per una lettura completa) e commentato altri due documenti, una importante nota dell'ARTA alla Procura della Repubblica di Teramo e una lettera dell'INFN alla Regione Abruzzo. 

Partiamo dal documento dell'ARTA. Nella relazione i tecnici, oltre ad evidenziare la presenza di una faglia posta a solo 1 km dai laboratori che può produrre terremoti fino a Magnitudo 7 e dislocazione di metri, con formazione di "gradini" fino a 6-7 km di distanza, come divulgato alcune settimane fa dall'ANSA, mette in luce potenziali problemi per le volte dei laboratori che sarebbero state costruite senza le centine aggiunte nelle volte dei tunnel autostradali. Scrive l'ARTA che "sulle camere dei laboratori di fisica nucleare, su richiesta dello stesso INFN, non furono realizzate opere strutturali di sostegno, simili a quelle realizzate nelle gallerie autostradali, in quanto queste avrebbero creato problematiche agli esperimenti previsti nei laboratori. Furono realizzati solamente delle chiodature d'acciaio ed un rivestimento interno formato da una rete elettrosaldata su cui è stato proiettato con delle pompe, del cemento a spruzzo. Questa situazione merita ad avviso degli scriventi un doveroso approfondimento in merito alla valutazione del rischio ambientale in quanto le camere dei laboratori, oltre ad essere priva della suddetta struttura di rinforzo, hanno una luce di scavo molto superiore a quelle delle gallerie autostradali (24 metri luce utile interna sala C). Inoltre, a differenza delle gallerie, nei laboratori vi è la costante presenza di materiali pericolosi". Dopo aver illustrato lo stato delle conoscenze su queste volte, aggiungono che secondo loro, vista anche la presenza di quella faglia, queste "debbano essere oggetto di verifica sismica".

Ci chiediamo: è stata fatta questa verifica sismica, visto che nel documento della Prefettura non è fatto cenno di questa criticità e che in altre regioni in impianti a rischio di incidente rilevante il CTR locale non solo ha svolto la verifica ma, dopo aver trovato problemi, ha imposto anche l'immediato adeguamento?

Veniamo quindi alla proposta di Piano di Emergenza Esterno da mettere in campo in caso di incidente rilevante con gli esperimenti Borexino e LVD e le loro sostanze pericolose (rispettivamente, 1.292 tonnellate di trimetilbenzene e 1.000 tonnellate di acqua ragia). Il documento è stato redatto dalla Prefettura di L'Aquila sulla base del documento fondamentale in un impianto sottoposto alla normativa Seveso sugli incidenti: il Rapporto di Sicurezza. Dopo 12 anni di inadempienze gravissime, quest'ultimo documento è stato approvato a novembre 2018 dal CTR regionale. Peccato che finora non sia stato reso pubblico perché, a leggere la proposta di Piano di Sicurezza che ne è discesa, paiono emergere questioni di gravità inaudita che presto confluiranno in un nostro ennesimo esposto (comunque le osservazioni al Piano sono state già inviate alle procure per conoscenza). 

Infatti l'analisi del rischio di incidente si basa anche sul fatto che le sale dei laboratori sarebbero "impermeabili". Sì, proprio così, praticamente tutto questo can candi MIT, Regione e via discorrendo sarebbe di fatto infondato. Peccato che la Prefettura di L'Aquila, cercando di mettere una pezza a colori, introduce nel documento i risultati delle perizie della Procura di Teramo che dicono esattamente il contrario! 

Il risultato è tragicomico: nello stesso documento troviamo cose esattamente opposte su una delle questioni centrali per valutare l'effetto degli incidenti. 

Se non ci credete inseriamo due estratti dalla proposta di Piano di Emergenza della Prefettura che evidenziano in maniera plastica lo stato di confusione, a voler essere buoni, in cui versano gli enti preposti alla sicurezza.

ASCOLTA AUGUSTO DE SANCTIS