Finto incontro sessuale per una rapina. Un episodio che, al termine dell'udienza davanti al giudice Roberto Veneziano, è costato a due donne di 39 e 37 anni, il rinvio a giudizio con l'accusa di rapina aggravata, con il processo a loro carico che si aprirà il prossimo 4 maggio. Secondo l'accusa, le due approfittando della complicità di una minorenne, hanno organizzato un incontro a sfondo sessuale tra la ragazzina e un anziano. Quando l'uomo è arrivato all'appuntamento, sono saltate fuori da una siepe e, fingendo di essere parenti della giovane, lo hanno aggredito con alcuni bastoni portandogli via tutti i soldi. Nel processo le due donne, devono rispondere anche dell'accusa di estorsione in quanto, dopo aver aggredito e rapinato l'anziano, hanno chiesto soldi alla famiglia della ragazzina, fingendo di averla difesa dalle avance di un pedofilo e sostenendo di dover pagare l'uomo per non essere denunciate per l'aggressione. E per farsi consegnare i soldi, avrebbero anche minacciato la minore e i suoi familiari di morte, riuscendo così ad estorcere alle vittime 23mila euro. Le accuse adesso, dopo il rinvio a giudizio, dovranno essere provate in dibattimento. FINTO INCONTRO SESSUALE CON UNA MINORENNE...MA E' UNA RAPINA
Finto incontro sessuale per una rapina. Un episodio che, al termine dell'udienza davanti al giudice Roberto Veneziano, è costato a due donne di 39 e 37 anni, il rinvio a giudizio con l'accusa di rapina aggravata, con il processo a loro carico che si aprirà il prossimo 4 maggio. Secondo l'accusa, le due approfittando della complicità di una minorenne, hanno organizzato un incontro a sfondo sessuale tra la ragazzina e un anziano. Quando l'uomo è arrivato all'appuntamento, sono saltate fuori da una siepe e, fingendo di essere parenti della giovane, lo hanno aggredito con alcuni bastoni portandogli via tutti i soldi. Nel processo le due donne, devono rispondere anche dell'accusa di estorsione in quanto, dopo aver aggredito e rapinato l'anziano, hanno chiesto soldi alla famiglia della ragazzina, fingendo di averla difesa dalle avance di un pedofilo e sostenendo di dover pagare l'uomo per non essere denunciate per l'aggressione. E per farsi consegnare i soldi, avrebbero anche minacciato la minore e i suoi familiari di morte, riuscendo così ad estorcere alle vittime 23mila euro. Le accuse adesso, dopo il rinvio a giudizio, dovranno essere provate in dibattimento.

