Il Sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto e il Presidente della Provincia Diego di Bonaventura, hanno inviato stamane al Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli una lettera sull’ipotesi di accorpamento della Camere di Commercio di Teramo e L’Aquila, rappresentando al Ministro le ragioni per le quali auspicano una revisione della prospettiva. Analoga iniziativa è stata intrapresa dai Presidenti delle Province e dai Sindaci dei Comuni capoluogo delle altre città italiane per le quali si prospetta analoga decisione.
Nella lettera gli amministratori ricordano che Le Camere di Commercio dei territori interessati (oltre il 20% dell’attuale numero) hanno inviato già al Ministro un documento contenente proposte di miglioramento della riforma “proposte condivisibili, tenuto conto del ruolo istituzionale e di supporto al mondo imprenditoriale che le Camere svolgono sul territorio, da sempre e in modo essenziale”.
Sindaco e Presidente della Provincia sottolineano come “Le istituzioni che rappresentiamo, dialogano, si confrontano e collaborano costantemente con le Camere di Commercio, che sono portatrici degli interessi delle imprese e riversano in importanti progetti le risorse che dalle imprese direttamente derivano, senza gravare sul bilancio dello Stato”.
Facendo anche riferimento alla soppressione delle Province, i due amministratori sottolineano che “Lo scenario non sembra poter prescindere dalla presenza della Camera di Commercio nei nostri territori, ognuno dei quali si caratterizza per dimensione, popolazione, sistema imprenditoriale, territorialità e presenza di altre importanti istituzioni”.
Quindi il riferimento alla bozza di emendamento legislativo che potrebbe essere inserito dal Governo in uno dei prossimi decreti il quale: “nel ribadire l'obbligatorietà degli accorpamenti tra Camere di Commercio, ne prevederebbe addirittura il “commissariamento”, qualora entro il prossimo mese di marzo, non si accorpassero, svilendo in tal modo anche il ruolo degli amministratori delle Camere, regolarmente eletti e che, con spirito di abnegazione prestano la loro opera con professionalità, passione e impegno”.
“La rideterminazione – è detto in un altro passaggio della lettera - delle circoscrizioni territoriali imposta per legge, rischierebbe la creazione di Camere di Commercio distanti tra loro, con assetti istituzionali e relazionali completamente diversi e, soprattutto, con sistemi produttivi non necessariamente allineati in termini di settori, numero imprese e di dimensione, mentre le Camere dei nostri territori, Camere virtuose e attive, sono e devono restare per noi interlocutori privilegiati”.
D’Alberto e Di Bonaventura, illustrano a questo punto le finalità della lettera: “Vogliamo sostenere l’iniziativa delle Camere di Commercio dei nostri territori, che chiedono di superare l’obbligatorietà degli accorpamenti, poiché riteniamo essenziale il loro permanere, pur riformate, quali istituzioni autonome, che possano continuare ad intervenire in modo determinante allo sviluppo del sistema imprenditoriale locale e alla crescita territoriale” .
La chiusura è, a questo punto, un auspicio “Nella certezza, on. Ministro, che vorrà porre attenzione e tenere conto di questa nostra posizione nelle Sue valutazioni, le auguriamo di svolgere un ottimo lavoro”.
A corredo i due amministratori rilasciano agli organi di informazione le seguenti dichiarazioni: “Con questa iniziativa intendiamo proseguire quanto già stiamo facendo da mesi per scongiurare la fusione. Raccogliamo, innanzitutto, le istanze di tutto il mondo produttivo, economico e imprenditoriale, e con esso dell’intera popolazione che non vuole tra l’altro assistere all’ennesimo depauperamento di presidi istituzionali, come purtroppo avviene da anni. Va rilevato che, in una fase complessa come quella che vive il nostro territorio, duramente provato dalla lunga crisi economica e dalle ripetute calamità naturali degli ultimi anni, l’eliminazione di un ulteriore presidio istituzionale avrebbe conseguenze drammatiche, sotto il profilo economico e sociale. Non si tratta di una visione campanilistica, ma di una prospettiva strategica che bisogna mettere in campo per permettere alla nostra Provincia, al tessuto economico e produttivo del nostro territorio, di tornare a rialzare la testa dopo anni davvero difficili.
Il Sindaco D’Alberto ricorda inoltre la sua proposta, già avanzata nelle sedi istituzionali, di predisporre un emendamento al Decreto sblocca–cantieri, proprio finalizzato a scongiurare la fusione delle Camere di Commercio per i Comuni del cratere sismico del Centro-Italia: “Se si rende necessario, come ho già chiesto, intervenire a livello normativo, attraverso la modifica del Decreto, lo si faccia senza indugi, mettendo al primo piano i legittimi interessi della nostra comunità”.