In occasione dello sciopero di 2 ore alla fine di ogni turno previsto per il 31 ottobre, i metalmeccanici teramani terranno un presidio per rivendicare il diritto al lavoro ed alla sicurezza.
Sarà l’occasione per denunciare, ancora una volta, il rischio occupazionale che stanno vivendo circa 750 lavoratori del settore, che vedono messo in discussione il proprio posto di lavoro.
È arrivato il momento che la politica capisca che si tratta di un problema che va oltre le singole crisi aziendali e che rischia di diventare la “vertenza Teramo”. I pochi tentativi messi in campo fino ad oggi, a partire dall’Area di Crisi Complessa Val Vibrata, non hanno dato i risultati sperati. Per questo FIM, FIOM e UILM di Teramo chiedono un impegno per trovare, insieme, soluzioni. Non si può arrivare quando è ormai troppo tardi. Ci sono interi settori, come quello dell’automotive (che nel teramano occupa duemila addetti), che stanno vivendo direttamente gli effetti di una crisi globale dalla quale, anche per le dimensioni medio-piccole delle aziende, rischiano di essere travolti.
Alle aziende si chiede di rilanciare gli investimenti, sia in ricerca, sviluppo ed innovazione tecnologica, che per garantire la sicurezza sul lavoro. Troppi continuano ad essere incidenti ed infortuni e c’è bisogno di una immediata inversione di tendenza che veda il tema della sicurezza come obiettivo di tutti: Organizzazioni Sindacali, aziende ed Istituzioni.