Se nello schema della legge di bilancio che il Governo si appresta a presentare al Parlamento saranno inserite le misure di tassazione sulle bevande zuccherate e sull'uso delle plastiche per imballaggio (le cosiddette "sugar tax" e "plastic tax, quest'ultima adottata in diversi paesi del mondo e anche europei) potrebbe essere a rischio lo stabilimento di imbottigliamento di Oricola della Coca Cola. A lanciare l'allarme sono stati i vertici dell'azienda multinazionale americana che, in una riunione, hanno invocato l'intervento della Regione Abruzzo e della politica nazionale. Lo stabilimento di Oricola - uno dei sei siti di produzione e imbottigliamento della bevanda in Italia - produce un fatturato di 34 milioni di euro l'anno (pari allo 0,01 del Pil regionale), con un impatto occupazionale di 1.786 occcupati di cui 286 dipendenti diretti e 1.500 lavoratori nel settore dell'indotto. "Il rischio di chiusura è concreto", dice Giangiacomo Pierini, direttore delle comunicazioni e affari istituzionali di Coca Cola Italia, "questa misura comporterebbe, solo per lo stabilimento di Oricola, un aumento della tassazione pari a 180 milioni di euro, di cui 140 per la sugar tax e 40 per la plastic tax: una cifra impossibile da gestire soprattutto per una realtà produttiva come quella di Oricola che è dedicata esclusivamente alla produzione di bottiglie in pastica Pet". "Se dovesse chiudere lo stabilimento di Oricola", ha detto il Presidente della Regione, Marco Marsilio, "noi avremmo in Abruzzo un aumento di disoccupazione che si aggirerebbe tra il 2 e il 3%". "La Regione condivide questa preoccupazione e farà un appello al Governo e al Parlamento perchè facciano attenzione ad introdurre nuove tasse che potrebbero solamente peggiorare la nostra competitività industriale, con pericoli di delocalizzazione delle imprese in est europa o in estremo oriente dove c'è una competizione aggressiva in ambito sociale e di tassazione".
Per completare il quadro degli interventi quelli di Antonio Paraninfi, sindaco di Oricola, dell'assessore regionale Mauro Febbo e del vicepresidente del Consiglio regionale, Roberto Santangelo. Marsilio ha poi delegato ai parlamentari il compito di riferire a Roma: sul posto infatti non c'era solo la Di Girolamo, ma anche il senatore Camillo D'Alessandro di Italia Viva che ha già parlato con Renzi essendo orientati, tutti e due, a scrutare l'Europa per vedere se gli altri stati già abbiano trovato stratagemmi per la sugar tax.