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filippolucci

“Cosa succede Cosa succede in città C'è qualche cosa Qualcosa che non va Guarda lì, guarda là” . Il primo sguardo lo diamo al fantastiko live concert che si terrà questa sera alle 23 nel ristorante “L’Amicizia” di Bisenti. Sul palco Leo “Bono” Nodari ; Gianfr yaco  “Pastorius” Prezioso; e Francesca “Mina chi?” Martinelli.. E la notizia finirebbe qui. Se non fosse che il concerto evento si terrà per una festa ancora più importante del concerto. Il compleanno di un nostro amico.

Nel mio ufficio, a metà del corridoio, c'è un soppalco. Lì – in pile ordinate – sono raccolti i miei diari. Per la verità il termine è un po' pretenzioso perché in realtà sono solo agende Le famose agende, patrimonio dell’umanità, dove sono raccolte email, curiosità, indirizzi, numeri di telefono,  di artisti, politici, cantanti, migliaia di persone incontrate in questi 40 anni di cose fatte. Agende dove giorno per giorno mi limito a segnare i libri che leggo, i film che vedo e gli eventi quotidiani di qualche rilievo. E lassù sono stato sul punto di arrampicarmi quando ho cominciato a buttar giù alcuni ricordi, per fissare le tappe della lunga strada che ho percorso negli anni insieme a questo amico. Ma poi non ne ho fatto niente. Non ne avevo bisogno

Guardando le sue foto in questi giorni mi sono accorto che potrei raccontarne tante di cose su questo giovane personaggio importante della mia terra. Cose belle e cose brutte. Potrei dire della sua generosità. Di quando fu espulso dal Giappone, perché dava alle giovani che lo conoscevano un’idea sbagliata della natura umana, con quell’esuberanza africana che in Giappone non aveva raffronti, creando false aspettative e depressioni di massa. Potrei dire della sua spigliata intelligenza dimostrata in mille occasioni. Ma anche di quando strappò il cuore all’attrice americana che continuava a ripetermi  only he knows how to make love. Mi limiterò a raccontare poche cose di un amico. Un amico di tanti. A cui tanti vogliono bene.     

Aveva la faccia da bambino, Era veramente un ragazzetto . Aveva molto molto meno di diciotto anni  quando attaccato al cordone dell’irruente papà Luigi si presentò sto tipo buffo, furbetto da piccolo, sveglio, occhi vispi. Da ragazzino aveva “lu ittc”. Una di quelle cose che o ce l’hai o non ce l’ai, non si compra, non si acquisisce, non puoi fare nella per imparare e farlo tuo. O ce l’hai o non ce l’hai. E quel frechino ce l’aveva. Poi aveva la voglia, la curiosità, per nulla frenata dal luogo sperduto, impossibile da raggiungere,  da cui veniva. Insomma aveva “lu ittc”. E in quel posto, in quegli anni, mentre ancora non aveva la peluria della barba cominciò a portare ministri, e presidenti, uomini di stato e di cultura. E ogni volta che mi chiedevo chi avrebbe partecipato , oltre ai tre lupi che giravano attorno, venivo smentito da folle di gente, da sale piene, da clamorosi successi che Teramo se li poteva solo sognare. Solo io riuscivo a fare meglio. E comunque lui c’era, guardava e imparava. Provando a fare meglio. Ma questo ancora non è successo.      

Ho lasciato perdere le agende e sono invece andato a rileggermi un passo di quella Vita di Henry Brulard in cui Stendhal, rievocando la sua giovinezza, ha buttato giù alcune riflessioni. Gli episodi del passato, scrive Stendhal, "sono grandi affreschi su un muro, che – dimenticati da gran tempo – ricompaiono a un tratto. Anche se accanto a quei frammenti ben conservati ci sono grandi spazi dove non si vedono che i mattoni sul muro". Su queste scene, non vi sono quasi mai indicate le date: ma che importanza ha quando il dipinto sembra fresco e i personaggi pieni di vita?

Ecco qui, appunto, il ritratto che posso offrire attraverso quei brandelli di affresco. Una serie di frammenti come immagini di altrettante foto durante lo sviluppo del negativo.

Il primo incontro  (aprile 1995 ?) nella vecchia sala consiliare del comune di Teramo per l’incontro con il mio maestro Padre Bartolomeo Sorge. Io ero segretario regionale del movimento “La Rete” di Leoluca Orlando. Lui era un piskello. Il mio gruppo aveva il 7% alle elezioni e avevo tanti progetti e libri, ragazze allettanti, idee demenziali, tante riunioni-fiume e tanto lavoro. Lui era un frekino.  Poi tra le briciole dei ricordi lo rivedo a Roma . Io avevo successo, amanti, conoscevo praticamente il mondo. E non ricordo perché lo portavo, ma portavo lui. Dai oggi e dai domani, nuovo cambio di location. Ottobre 2009 mi ritrovo con lui alla Camera con lui. Solo che nelle foto lui già conosce tutti, tutti lo salutano, è lui il padrone in quelle stanze grigie. Briciole di ricordi: come sempre avviene (e forse è giusto così) più attenti agli attimi fuggenti e agli scorci banali che agli zoom destinati ad immortalare le svolte decisive. Flash non su una lunga marcia percorsa fianco ma su una lunga scarpinata. Senza sosta. Sempre combattendo. Con un comune bagaglio di esperienze. Con progetti e scelte diverse. Ma, al tempo stesso, anche divisi da tante differenze nel modo di affrontare la vita, secondo quel mix di affinità mentale e di contrapposizione temperamentale che alla fine crea il più solido impasto su cui fondare una stabile a. Io, tutto petto in fuori e artigli sempre pronti; lui, tutto pessimismo della ragione  e ottimismo della volontà (tanto per citare Gramsci) per raggiungere gli obiettivi importanti che ha raggiunto per tenacia e costanza, studiando i passi tra volontà e intelligenza. Io, frullatore di idee e iniziative che mi lasciavano sempre un po' frastornato prima di vincere , lui esemplare formichina passo dopo passo, incontro dopo cena, impegnato a portare a casa un granello per volta. Fino ad oggi, lui ragazzo di successo, io pensionato felice. Come va ricordato un amico oggi nel giorno del suo compleanno ? Con una poesia che continua a venirmi in mente. È una poesia molto vecchia che risale ai tempi ormai remoti della mia scuola media, ma che mi ha emotivamente seguito per tutti questi anni. Si chiama L'aquilone; è di Giovanni Pascoli, e un tempo – non so se ancora oggi – era una specie di must nella storia della letteratura italiana. Comincia con un verso famoso ("C'è qualcosa di nuovo oggi nel sole") e rievoca il ricordo di una gita scolastica con dispiegamento di aquiloni . Oggi, pensando a Filippo  ho sorriso raffigurandomelo, mentre , seduto su di un trono, nella sua Bisenti, guarda tranquillo verso il cielo, con lo sguardo fisso sul volo del suo personale aquilone. Auguri amico.

Leo Nodari