L'ESPROPRIO DI PIAZZA SANT'ANNA A TERAMO COSTA AI CITTADINI UN MILIONE E MEZZO DI EURO DOPO 50 ANNI
Il famoso esproprio di piazza Sant'Anna risalente "nientedimenoche"...al 1968 rischia di mettere in ginocchio le casse già fragili del Comune di Teramo. Sono passati infatti, cinquant'anni e la questione non si è ancora risolta. Il Comune espropriò un terreno di 700 metri quadri, a ridosso dell'antica cattedrale per trasformarlo in un spazio da adibire a parcheggio: piazza Sant'Anna. L'area oggi è accessibile ai soli residenti, presidiata dalle telecamere che multano gli accessi dei non autorizzati (e neppure sempre visto che è diventato anche un parcheggio fisso senza pagamento), è stata ripavimentata e arredata per la sua destinazione pedonale, ma l'amministrazione non l'ha ancora pagata agli eredi dei proprietari: Francesco e Camillo Merlini, che hanno citato in giudizio l'ente per ottenere un risarcimento economico che, dal valore iniziale del terreno corrispondente a 39mila euro, è arrivato a sfiorare oggi il milione e mezzo. La cifra è stata decisa da una sentenza della Corte d'appello dell'Aquila, risalente al 2015 e che è stata impugnata dal Comune con un ricorso in Cassazione. L'ente, però, vorrebbe chiudere la controversia prima di arrivare alla sentenza definitiva, pagando circa la metà della somma che è stato condannato a pagare.
Il Comune nel frattempo ha tentato di far valere l'usucapione ma la Corte d'Appello ha respinto l'eccezione proposta dall'ente condannandolo al pagamento. Agli oltre 1,4 milioni di euro dovuti a Francesco e Camillo Merlini si arriva aggiungendo ai 39mila euro stimati come valore dell'area, La rivalutazione secondo gli indici Istat a partire dal 1969, gli interessi in misura corrispondente al tasso legale e il risarcimento del danno. In cambio del dimezzamento della somma da somma da pagare il Comune rinuncerebbe al ricorso in Cassazione, evitando dunque agli eredi un supplemento di attesa per la definizione della controversia. In ogni caso, rileva l'ufficio legale dell'ente nel documento programmatico, l'esborso grava sulle casse comunali.