Domenica 2 febbraio alle 18, al teatro Cordova di Pescara, va in scena “In nome del padre”, di e con Mario Perrotta, già premio Ubu, da anni uno degli astri più luminosi del teatro contemporaneo italiano. Lo spettacolo rientra nel cartellone del festival “La cultura dei legami”, ideato e diretto da Edoardo Oliva del Teatro Immediato in collaborazione con la fondazione Aria, il Comune di Pescara. Biglietti: Intero € 12, ridotto € 10.
In “In nome del padre” Mario Perrotta, accompagnato nella drammaturgia dal supporto psicanalitico di Massimo Recalcati, veste i panni paterni nel primo capitolo di una nuova trilogia dedicata alla famiglia. «Padre è una parola che riempie il mio quotidiano di nuove sfide e preoccupazioni. Ho bisogno di ragionarci attraverso gli strumenti che riconosco miei per inchiodare al muro i padri sbagliati che vorrei evitare di essere» scrive nelle note di regia. Con ironia e sarcasmo, «per esorcizzare queste mie paure», Perrotta proietta e sintetizza «nel corpo di un solo attore tre padri diversissimi tra loro per estrazione sociale, provenienza geografica e condizione lavorativa». Tutti e tre di fronte a un muro: la sponda del divano che li separa dal figlio. «Gli adolescenti sono gli interlocutori disconnessi di questi dialoghi mancati, l’orizzonte comune dei tre genitori maschili che, a forza di sbattere i denti sullo stesso muro, smussano le loro differenze per ricomporsi in un’unica figura».
Il festival “La cultura dei Legami” proseguirà domenica 9 febbraio con “Antropolaroid”, di e con Tindaro Granata, per la prima volta in Abruzzo. La Cultura dei Legami”, è la seguitissima rassegna teatrale che arricchisce il “secondo tempo” della stagione pescarese, ideata e diretta da Edoardo Oliva, regista ed attore della compagnia Teatro Immediato. E’ un’occasione per parlare delle tendenze più attuali nel teatro contemporaneo, dello spettacolo di narrazione, basato su di una semplificazione formale della comunicazione tra palcoscenico e platea, unito ad una contemporanea focalizzazione sulla dimensione della memoria. Dopo i primi spettacoli, siamo giunti ad un primo snodo del cartellone de “La Cultura dei legami” che vanta un bilancio assolutamente positivo. Da anni Oliva ha un rapporto solido con il pubblico, con il quale – come gli piace dire – continua una lunga ed intensa storia d’amore. E come in amore non bisogna aver paura di perdere la persona amata, che va accarezzata, sorpresa, abbracciata, scossa, spiazzata, coccolata, così è con il pubblico, che è fatto di persone con le quali va instaurato un rapporto autentico ed empatico, per evitare di ritrovarsi seduti in sala come fossili. Parlare in aridi termini numerici di pubblico non gli piace. Ma anno dopo anno si sente intorno ai suoi progetti un calore ed un entusiasmo da parte di un pubblico sempre crescente. E noi ne siamo felicissimi ed orgogliosi. “La Cultura dei Legami” focalizza fortemente lo sguardo sul tema storico, il fil rouge, la poetica, il legame che unisce i protagonisti delle opere rappresentate.. In questo tempo sempre più smemorato, guardare al passato e soprattutto alle ferite sulle quali è stata ricostruita la nostra nazione e l’intero Vecchio continente, sembrava doveroso. Un’occasione per riflettere su fatti i cui echi non si sono ancora spenti e per cercare, voltandosi indietro, di “liberarsi dalla storia”.
Leo Nodari