L’intricata vicenda del crac Mercatone Uno si arricchisce di ulteriori sviluppi, purtroppo non positivi per i lavoratori coinvolti. Gli imputati per bancarotta fraudolenta per distrazione in concorso sono stati tutti assolti in quanto il fatto non sussiste (processo iniziato nel 2016 che vedeva coinvolta tutta la proprietà storica). Il Giudice non ha accolto le richieste della Procura e, quindi, per il buco di 300 milioni non ci sono colpevoli. Così continua il calvario degli ex lavoratori della Mercatone Uno, circa 1.700 in totale di cui 42 dell’ex punto vendita di Scerne di Pineto, che, dopo il fallimento della Shernon, non hanno trovato una nuova occupazione e continuano a sperare in una soluzione favorevole della vicenda.
“E’stato triste - afferma la Consigliera di Parità della provincia di Teramo Monica Brandiferri – vedere che nei giorni scorsi nell’ex punto vendita di Pineto sono state rimosse le insegne del marchio Mercatone Uno. Apprendo con preoccupazione degli sviluppi giudiziari in merito alla vertenza Mercatone, di cui mi sono occupata sin dall’inizio, per quanto di mia competenza, denunciando la grave situazione in cui si trovano i lavoratori, costretti a vivere in un palese stato di incertezza. Infatti il Ministero del Lavoro lo scorso 7 gennaio ha prorogato la cassa integrazione straordinaria fino al prossimo 23 maggio, ma per gli ex lavoratori della Marcatone Uno si prospettano ancora mesi di sacrifici in quanto l’indennità di disoccupazione ammonta a circa il 70% della retribuzione. Chiedo alle istituzioni di non abbandonare i lavoratori a loro stessi in quanto per molti si tratta dell’unica fonte di sostentamento”.
Anche Roberto Ridolfi, ex addetto alle vendite del Mercatone di Scerne di Pineto, si mostra fiducioso e auspica che, all’incontro istituzionale convocato per l’11 febbraio con l’Assessore regionale Piero Fioretti e il commissario straordinario Giuseppe Farchione, si possano trovare soluzioni concrete e condivise e creare le condizioni per risolvere definitivamente la crisi aziendale.