In questo momento siamo una grande comunità in difficoltà e con pochi mezzi per difenderci se non il rispetto delle regole imposte per la sicurezza di tutti.
Ma la nostra maggiore preoccupazione è il nosocomio di Atri, divenuto ufficialmente Hospital Covid19, ovvero un ospedale che da giorni è centro nevralgico nella gestione dei casi di contagio.
Per mantenere il controllo sui nostri territori che sono confinanti e particolarmente interconnessi per motivi familiari e di lavoro, chiediamo che il personale sanitario (tutto!) e i lavoratori impegnati ad erogare i diversi servizi collegati a quelli sanitari (mensa, pulizie e rifornimenti merci), vengano sottoposti a tampone per la verifica dello stato reale del contagio. Le misure restrittive a cui tutti siamo giustamente sottoposti possono essere vanificate se poi si consente a chi è a contatto quotidiano con luoghi deputati alla cura dei malati, di entrare ed uscire dalla struttura e di circolare nei territori anche e soprattutto alla luce dell’ormai conclamata presenza di casi asintomatici che sono il veicolo più subdolo del virus.
Questa improcrastinabile richiesta di controllo si fa ancor più urgente considerando che i dispositivi medici di contrasto al contagio (mascherine, tute ed occhiali) non sono sufficienti per tutti coloro che, a diverso titolo, frequentano l’ospedale.
Il personale medico, infermieristico e non e i cittadini di Atri, Silvi e Pineto hanno diritto a tutele maggiori vista la situazione di accentramento sanitario dei casi di contagio. Per questi motivi chiediamo all’Assessore Regionale alla Santità, Nicoletta Verì, ed ai Sindaci delle nostre cittadine di impegnarsi affinché vengano predisposti senza ulteriore indugio le necessarie procedure di screening.--