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La Segreteria Territoriale NurSind di Teramo, tenuto conto dell'aumentare di casi positivi al Covid-19 tra il personale sanitario (in Italia ad oggi sono più di 2600 gli operatori sanitari contagiati); considerato che il trend di contagio si conferma anche sul territorio provinciale teramano; al fine di tutelare e garantire la sicurezza di tutti i dipendenti e la salubrità degli ambienti di lavoro,

 

CHIEDE

 

che l’Azienda adotti le misure di prevenzione, protezione e sicurezza idonee a tutelare tutti i lavoratori e, conseguentemente, i rispettivi nuclei familiari dal contagio da COVID19. In particolare

 

CHIEDE

 

che siano sottoposti al tampone TUTTI gli operatori sanitari e non solo coloro che sono stati a contatto diretto con pazienti risultati positivi.

La richiesta si rende necessaria anche al fine di evitare che si debba fronteggiare, in un immediato futuro, un'emergenza legata alla carenza di personale nell’organico aziendale e che gli stessi operatori sanitari possano diventare veicolo dell'infezione.

Inoltre, sempre al fine della maggiore e migliore tutela del personale, chiede di conoscere:

1.       Quali provvedimenti sono stati adottati per reperire i dispositivi di protezione individuale;

2.       Quando saranno disponibili i DPI per tutto il personale;

3.      Quale tracciabilità abbiamo delle donazioni fatte a vario titolo e scopo dalle associazioni del territorio teramano che in questo momento di difficoltà hanno dimostrato (nonostante non ce ne fosse bisogno) di essere sensibili e vicine ai problemi di sicurezza degli operatori sanitari donando anche molti DPI; 

4.      Chi gestisce, e con quale criterio, la distribuzione dei DPI a disposizione della ASL; 

5.      Quali sono le misure organizzative adottate per monitorare e tenere sotto controllo il diffondersi del virus tra il personale sanitario.

La Segreteria Territoriale NurSind di Teramo, inoltre

AUSPICA

che tutta l'organizzazione aziendale, in particolar modo la Direzione delle Professioni Sanitarie, affronti la situazione di emergenza mostrando vicinanza concreta a tutto il personale infermieristico, attuando e programmando scelte idonee allo stato dei fatti.

 

In merito, è indispensabile e non procrastinabile la programmazione di una formazione specifica del personale infermieristico non attualmente in servizio presso il DEA o le Unità Operative di Malattie Infettive, anche mediante specifico affiancamento, al fine di prevenire future possibili e non sperate situazioni di necessità di ulteriore personale da adibire a tali attività. 

Nel ribadire l'importanza di fornire a tutti i lavoratori i Dispositivi di Protezione Individuale necessari a proteggere gli stessi ed i pazienti da eventuali contagi, allo stato, nonostante le nostre segnalazioni sulla necessità di approvvigionamento:

1.       Mancano mascherine FFP3 per assistere i pazienti in terapia intensiva;

2.       Le scorte di FFP3 sono in esaurimento considerando le necessità assistenziali di 118, Pronto Soccorso e per l'esecuzione dei tamponi in ospedale e a domicilio;

3.      Il personale sanitario è quotidianamente sottoposto a rischio di contagio senza avere nella sua disponibilità i presidi di sicurezza;

4.      Non c'è una cabina di regia in grado di organizzare le attività in modo omogeneo sui quattro presidi ospedalieri e la comunicazione è carente sotto tutti i punti di vista, sia tra gli operatori che con la stampa; 

5.      Non sono programmate verifiche sullo stato di salute del personale che ha avuto ed ha contatti con i pazienti COVID19, come ad esempio la tracciabilità dei percorsi ospedalieri ed extra-ospedalieri che i pazienti percorrono, per poter procedere prontamente alla verifica del personale venuto in contatto con pazienti poi risultati positivi al Covid-19;

6.      Quale procedura un dipendente deve attivare una volta venuto a conoscenza di essere stato a contatto con pazienti risultati positivi?

Limitare drasticamente gli accessi nei nosocomi provinciali ci sembra una decisione presa anche troppo tardi, e pensare di far transitare gli utenti che devono sottoporsi a visite urgenti nel tendone deputato alla valutazione “pre-triage” una misura troppo elastica. Pensiamo che tutti debbano sottoporsi ad una “pre-valutazione” prima di poter accedere nelle aree ospedaliere ed è impensabile poter assegnare tale compito al personale impegnato nell'attività di “pre-triage”, già sotto stress per l'elevato carico di lavoro al quale sono sottoposti oramai da troppo tempo, vista la cronica carenza di personale, ed in questo particolare periodo di emergenza, senza sottovalutare l'impatto che tale attività avrebbe sui tempi di accesso al triage e quindi al Pronto Soccorso. La soluzione al problema è predisporre una nuova postazione per la “pre-valutazione” di tutti gli accessi nei quattro nosocomi, attiva dalle 8:00 alle 20:00, formando per detta attività, e dotando dei DPI necessari, gli operatori dei servizi e degli ambulatori visto che le attività sono ridotte al minimo.

In questo momento di forte emergenza e pericolo per la popolazione e per il personale

Sanitario, sembra non siano stati organizzati interventi coerenti ed efficaci al fine di preservare la salute degli operatori che, nonostante tutto, continuano a lavorare con abnegazione e spirito di sacrificio. Ciò, tuttavia, non può e non deve esimere l’azienda dall’intervenire: ai sensi del Dlgs 81/2008 il datore di lavoro è tenuto a garantire ai lavoratori la sicurezza e gli idonei Dispositivi di Protezione Individuale. Non è accettabile, allora, che le misure di protezione dei sanitari siano “adattate” alla disponibilità delle scorte.