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A causa delle misure di contenimento del  contagio da Covid-19, quest'anno non sarà possibile celebrare il 25 aprile per le strade  e nelle piazze come abbiamo sempre fatto. Tale impedimento, tuttavia, non ci preclude la possibilità di rendere omaggio ai nostri eroi partigiani. 
 
Approfittiamo, quindi, di questo periodo di isolamento sociale per fare una riflessione sulla lotta di liberazione, partendo dal ricordo della data del 25 settembre 1943 che i teramani hanno fissa nella memoria.
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Nella battaglia di Bosco Martese, le formazioni partigiane del territorio hanno riportarono la prima vittoria in campo aperto contro il nemico nazifascista. In quei giorni, oltre mille giovani dal capoluogo e da tutta la provincia, tra i quali citiamo i valorosi Mario Capuani, Vincenzo Orsini, Felice Rodomonti ed Armando Ammazzalorso, salirono sui monti per organizzare la lotta di Liberazione.
Sprezzanti della paura, misero a rischio la propria vita e, pochi mesi più tardi, entrarono a Teramo con il dono più prezioso: la libertà. 
 
Il loro esempio oggi ci spinge a non abbassare la guardia e a lottare contro i rigurgiti fascisti che troppo spesso riempiono le cronache dei giornali.
 
Non possiamo permettere che questo 25 aprile di reclusione incrementi l'ondata di revisionismo storico che imperversa da diversi anni. Un revisionismo becero che ha addirittura portato all'approvazione di una vergognosa risoluzione europea che equipara il nazismo al comunismo.
 
Dovrebbe essere ormai cementato nella nostra storia che gran parte delle Brigate Partigiane erano di fede comunista, e dovrebbe essere altrettanto chiaro che è solo grazie al contributo  fondamentale dell'Unione Sovietica se il nemico nazista è stato combattuto e vinto.
L'Armata Rossa ha scoperto gli orrori di Auschwitz e ha liberato Berlino, pagando al secondo conflitto mondiale il maggiore tributo di vittime, oltre 20 milioni tra civili e soldati.
 
È necessario, quindi, tenere vivo il fuoco della memoria della lotta partigiana ed alta l'attenzione verso i rigurgiti fascisti della destra reazionaria e razzista che non accennano a diminuire.
 
Come Centro Politico Comunista Sandro Santacroce, restiamo vigili e ci impegnamo a coltivare e a tramandare alle future generazioni l'ardore degli eroi che nella nostra Teramo hanno lottato per donarci un mondo migliore.
 
*Vivo, sono partigiano", A. Gramsci
 
Centro Politico Comunista Santacroce