Gentile redazione ,
sono Sara Allegrini, titolare di Mama's Dog, azienda che si occupa di trasporto animali da compagnia e dog sitting, di supporto a canili, associazioni di volontari e privati cittadini.
Sono attualmente e volontariamente al servizio del comune di Teramo per aiutare i miei concittadini colpiti dalle conseguenze del Covid 19 nella gestione dei loro animali.
Grazie al vice-sindaco di Teramo e all'organizzazione del COC locale, che ci sostiene, siamo corsi in soccorso dei cittadini in quarantena obbligatoria, degli anziani e degli immunodepressi, occupandoci di condurre a passeggio i loro cani, portandoli dal veterinario quando necessario o recandoci nel punto vendita da loro indicato per acquistare alimenti specifici.
Il motivo per il quale vi scrivo è tentare di rendere pubblica una situazione incresciosa che colpisce tutta la categoria di lavoratori di cui faccio parte. Quel che vorrei manifestare è un'esigenza ed una richiesta di maggiore considerazione, per me e tutti i colleghi del territorio nazionale aventi codice ateco 96.09.04: taxi dog, dog sitter, toelettature e servizi per animali domestici.
A quanto pare il nostro codice non è menzionato in nessuno dei decreti, ma per generalizzazione viene incluso nel codice 96 dei parrucchieri e servizi alla persona. È lampante che il nostro lavoro si occupi esclusivamente di animali e che i rapporti con i padroni possano benissimo essere contingentati, mantenendo le adeguate distanze ed utilizzando i dispositivi di sicurezza.
Riteniamo fondamentale l'emissione di una documentazione adeguata e chiara che attesti il nostro diritto di lavorare, spostarci a bordo dei nostri mezzi qualificati ed occuparci della cura dei nostri animali.
Le associazioni di volontari che si occupano di randagi sono al collasso, sempre più cani che non possono essere condotti da noi professionisti verso una nuova famiglia finiscono nei canili, i suddetti canili ed i comuni sono al tracollo e non in grado di sostenere le spese economiche. Per questo chiediamo che i taxi dog (per lo meno quelli con partita iva facenti parte del codice ateco sopracitato) riprendano a viaggiare per portare i cani e gatti adottati.
I dog sitter devono potersi recare dai loro clienti che, rientrando a lavoro, necessitano di figure professionali atte a prendersi cura dei loro animali, che si tratti di condurli a passeggio, dal veterinario oppure nelle toelettature autorizzate (questione non secondaria come a prima vista potrebbe sembrare: si pensi a cani con patologie cutanee con necessità di effettuare bagni medicati oppure a quelle razze bisognose di lavaggi e tosature frequenti)
I nuovi adottanti devono avere la possibilità di accogliere nelle loro case il nuovo membro della famiglia, non trascurando il fatto che un animale da compagnia è di supporto psicologico al padrone, supporto di cui tutti, avendone il desiderio come in questo caso, avremmo diritto di giovare in questo momento.
Gli educatori cinofili devono essere in grado di portare a compimento il percorso riabilitativo od educativo iniziato prima del lockdown, se così non fosse i cani problematici certamente ne risentirebbero ed i cuccioli, avviandosi verso la fase adulta, perderebbero il beneficio di essere approcciati durante il periodo più sensibile e propizio per l'apprendimento.
Perché accomunarci a mestieri totalmente diversi e con rischio di contagio nettamente superiore al nostro? Il fatto che il mio comune non solo mi permetta ma anzi, caldeggi, lo svolgimento del mio lavoro sotto forma di volontariato nei confronti delle persone sopracitate non significa forse che i nostri servizi siano indispensabili per la comunità?
Vi chiediamo supporto per dar voce alle nostre richieste.
Vi ringrazio e invio i più cordiali saluti,
Allegrini Sara
Mama's Dog
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