Un uomo perbene. Questo era Italo Di Dalmazio. L'ho incontrato più volte e sempre mi ha lasciato una impressione di pacatezza. Confrontarsi con lui era un piacere. Colto, competente, profondamente intelligente, non aveva mai accenti sopra le righe, eppure rimaneva sempre fermo nelle sue convinzioni e posizioni. Da un amore era informato: quello per la sua terra. Nulla di viscerale ma al contrario, anche in questo, molto razionale, misurato, concreto.
Nel territorio della politica infondeva il suo stile, che era permeato dalla consapevolezza della irreversibilità delle cose e quindi della unica possibilità per chi ne è protagonista di indirizzarle al meglio. Nel territorio della cultura, ha saputo imprimere una lettura seria e consapevole, per favorirne L'approdo ad uno sviluppo adeguato a tempi e situazioni. Nel territorio del sociale, marcava una sensibilità mai fine a se stessa ma sempre indirizzata alla affermazione crescente di diritti e necessità.
Mai come nel caso di Italo di Dalmazio, il rammarico della scomparsa è compensato dalla consapevolezza di aver avuto tra noi una persona che ci ha aiutati, un uomo che è stato, senza l'eccesso dei riflettori, dalla parte di tutti e che non ha lesinato impegno e passione.
A Mauro, il figlio, voglio indirizzare un abbraccio particolare, riconoscendo che è stato esemplare interprete di una sensibilità dalla quale non ha saputo e voluto prescindere; agli altri figli Jimmy e Annapaola e alla consorte Orlandina, i sentimenti di più cara vicinanza da parte mia, della giunta, del consiglio comunale e dell'intera città di Teramo.
Gianguido D’Alberto