Lesjeuxsontfaits, rien ne va plus. Da qualche giorno iristoranti in Abruzzosono aperti e,nell'ordinanza regionale numero 59,sono state scritte le prescrizioni per il distanziamento sociale, che dovranno essere rispettate per poter aprire i locali.In un giro per la città certamente posso dire che i più hanno rispettato alla lettera queste norme. Certo molti si lamentano. Non tutti hanno una separazione degli accessi di entrata e di uscita; non tutti hanno i condimenti monouso sui tavoli; mancano gli igienizzanti; praticamente non ho trovato menu digitali ne i cestini specifici per poter buttare i dispositivi di protezione individuale, nonché altri rifiuti biologici (ad esempio, fazzoletti); ma tutti garantiscono l’igiene, l’educazione del personale ed il controllo della contaminazione . Purtroppo molti, la maggioranza, si lamenta per la carenza di clienti. Ancora troppi hanno paura e non escono. Specialmente la sera il calo è forte.
Lesjeuxsontfaits, rien ne va plus. Non si può cambiare il dato offerto. Il virus è arrivato. La botta c’è stata. Bisogna fare i conti con questo. Peggio è solo non accettare questa situazione. Occorre rimboccarsi le maniche, cambiare la mentalità e il metodo, preferendo lavorare poco, bene ma ogni giorno di più, piuttosto che lamentarsi e morire lentamente senza individuare percorsi utili . Uno che ha capito e non ha aspettato neppure un giorno è stato Vincenzo Di Bonaventura. Un imprenditore che si è fatto da solo, un imprenditore che in uno scenario generale in bilico tra stagnazione e recessione, ha investito, ha cambiato, ha adeguato ciò che andava adeguato per lavorare in sicurezza e offrire sicurezza al cliente, e così facendo lancia un segnale di fiducia e di tenacia a tutti i colleghi e alla città.Infatti davanti al suo ristorante, pizzeria, self servicedella Provincia di Teramo, “La Piazza” dalle 12,00 alle 14,00 c’è la solita fila. Non è cambiato il menù, non ha ridotto le porzioni, non ha alzato i prezzi. Ha creduto nei clienti e i clienti lo ripagano. Vincenzo Di Bonaventura è unimprenditore - lavoratore, una persona seria. La gente lo sa. Una persona umile, silenziosa, un lavoratore che si alza presto e va a dormire tardi, per garantire prezzi bassi e qualità ai suoi prodotti. E per questo è amato. Una persona buona che non nega un aiuto a chi ha bisogno. E lo fa senza foto e senza i selfie delle caritatevoli in pelliccia e i buoni in giacca e cravatta.E’ un ristoratore che fa gli scontrini fiscali e non un cazzaro che minaccia lo sciopero fiscale. Salvo poi chiedere una sanità di qualità perlui, e la scuola di prim’ordine per i figli. Prima dello stop nessuno aveva i suoi numeri spaventosi, nessuno aveva la sua qualità nel rapporto con il prezzo, nessuno i suoi fans. Nessun ristorante aveva così anti abituè. Sono passati tre mesi e non è cambiato nulla. A dimostrazione del fatto che, chi rispetta viene rispettato. Giovani, squadre, tanti anziani. Una cucina sempre di qualità nel rispetto delle ricette locali, sia nel gusto che nell'uso degli ingredienti. Molto di più di quanto ci si aspetterebbe da un locale volutamente semplice, “di strada”, dove tutti si sentono a casa di primo impatto. Diciamo subito che nel locale ristorante (ora troppo piccolo) si mangia tanto e bene, con pochi soldi. Menù sempre vari, con carni, pesce, contorni di vario tipo, pane sempre fresco. Naturalmente non manca la pizza che è stata per anni il pezzo forte di Vincenzo & co, almeno fino a quando era in via Crucioli , dove si è fatto conoscere. Il Venerdi buon pesce e frittura stellare, con ottimo rapporto qualità prezzo, da sottolineare. Consiglierei alla polizia municipale di predisporre un servizio di controllo del traffico in quel giorno, dalle 19 alle 20,30, visto che ora la lunga fila dei prenotati si snoda tutta fuori dal locale. Il tutto contornato da uno staff di banconiste belle, sveglie, gentili e professionali. L’ ambiente èpulito, l’atmosfera subito familiare. Manca, il servizio “pranzo a domicilio”, vero boom nelle grandi città, che si sta affermando anche da noi. Forza. Avanti. Buon lavoro a tutti i coraggiosi ristoratori della città. Avanti. Senza mollare. Teramo tornerà più bella di prima.
Leo Nodari