Nella vicenda ATR credevamo di averle viste e sentite tutte, ma sbagliavamo. Dalla stampa specializzata abbiamo appreso, infatti, che Antonio Di Murro sta tentando un’operazione simile a quella che maldestramente sta portando avanti con l’azienda di Colonnella, anche con la Olidata spa di Cesena.
Il 29 maggio scorso la storica società di informatica, da anni in forte crisi ed alle prese con mancati pagamenti ai creditori per qualche milione di euro, in una nota ha informato che c’è stata una manifestazione di interesse da parte del “gruppo Di Murro” che entro il 15 maggio avrebbe dovuto versare 1.7000.000 €.
Neanche a dirlo, così come per tutti gli impegni assunti da ormai un anno per ATR, neanche l’impegno con Olidata è stato rispettato da Di Murro: il suo staff ha informato che il termine è solo slittato a causa delle “procedure bancarie”. Anche questa una scusa già sentita.
Ora, però, è il momento della verità. Qual è la logica che induce Di Murro a tentare in continuazione scalate ad aziende decotte (nei mesi scorsi qualcosa di simile è accaduto anche con la Ray Technology di Isola Liri ed i suoi 170 dipendenti)? Quali interessi si celano dietro queste operazioni? Esistono davvero questi capitali che ogni volta vengono millantati da Di Murro? E se esistono, da dove vengono?
Questi nodi devono essere sciolti per dare una risposta ai 150 dipendenti dell’ATR che, a ragione, reclamano il loro diritto al presente ed al futuro. Un futuro che dovrà essere costruito sul lavoro vero, non su promesse e chiacchiere. Ma questi nodi devono essere sciolti anche per capire che tipo di economia sta prendendo piede nel nostro territorio che, se vuole provare a ripartire, deve evitare che vicende come quella dell’ATR diventino la normalità.
Per sciogliere tali iterrogativi, anche di quest’ultima operazione abbiamo ritenuto opportuno informare il Prefetto di Teramo con cui sulla situazione dell’ATR ci siamo già confrontati la scorsa settimana. Inoltre, considerato che la Olidata spa è un’azienda quotata in borsa, medesima comunicazione, sarà inviata alla CONSOB perché verifichi se l’operazione è corretta.
Lo scrivono in una nota le segreterie provinciali di Teramo FIM CISL – FIOM CGIL