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Puzzacolonne

Colonnella è un gioiello. a Est l’infinito orizzonte dell’Adriatico con i suoi mille colori; a nord la vallata del Tronto per tanti anni ricca di speranza, a sud le luci di Tortoreto che sondano fino alla puglia. Frequentare Colonnella è sempre stato un piacere, i suoi localini, le feste tradizionali, bella gente operosa e positiva, gioventù allegra. A Colonnella è sempre stato tutto bello. Nel "Dizionario Geografico ragionato del Regno di Napoli" del 1700 viene così descritta: "Colonnella, terra in Abruzzo Ultra,vedesi in alta collina, distante dal mare due miglia. L'aria che vi si respira è molto salubre e gode di un orizzonte sorprendente, dominando gran parte dello Stato Pontificio” Dall’'aria che vi si respira è molto salubre all’aria puzzolente non si può accettare . Eppure  striscioni di protesta contro gli odori nauseabondi sono stati affissi a Colonnella nelle contrade di Vallecupa e San Giovanni. I miasmi prodotti dalla Stam si sono intensificati nelle ultime settimane tanto che la popolazione è sul piede di guerra.
L’azienda produce compost lavorando fanghi della depurazione delle acque reflue e fanghi delle industrie agroalimentari e zootecniche. Secondo le testimonianze dallo stabilimento si sprigionerebbe, soprattutto in orari notturni, un odore pungente che provoca in diversi casi bruciore di gola e irritazione agli occhi. Ma non solo. Il problema degli odori nauseabondi riguarda anche il compost prodotto dall’azienda e utilizzato come fertilizzante per i terreni. Lo sversamento del materiale rende l’aria irrespirabile tanto che durante l’estate residenti e turisti sono stati spesso costretti a barricarsi in casa con le finestre chiuse. Il problema ha interessato, nel periodo di Ferragosto, anche la zona nord di Martinsicuro dove sono stati rinvenuti cumuli di compost destinati alla concimazione dei campi.
Il Comune di Colonnella ha presentato ricorso al Tar contro i permessi all’attività rilasciati dalla Regione alla Stam (la sentenza è attesa da oltre un anno) e ha inoltre chiesto all’Arta e alla Asl di verificare la composizione chimica del compost, la salubrità dell'aria e dei terreni concimati. Nuove denunce sui miasmi sono state presentate da cittadini e aziende ai carabinieri di Colonnella e sulla vicenda è in corso da mesi anche un’indagine della procura. All’interno la riunione dei sindaci della zona che hanno tentato nell’incontro odierno di trovare una soluzione al problema portando avanti una azione comune. Presenti oltre al padrone di casa Leandro Pollastrelli, i sindaci di Controguerra, Martinsicuro, Monsampolo del Tronto, Monteprandone e San Benedetto del Tronto.E’ stato firmato un documento congiunto, inviato alla Regione Abruzzo e alla Regione Marche in cui si chiede un intervento diretto e risolutivo, in modo che venga effettuata una verifica autorevole, sia di tutte le autorizzazioni sia delle procedure. Chiesti inoltre gli accertamenti tecnici e analisi ambientali atte a verificare la salubrità dell’aria nei territori interessati.Infine i Sindaci chiedono la nomina di una Commissione interregionale, fatta di esperti, che valuti la situazione ambientale che si sta verificando nei territori a causa  delle emissioni e scarichi in atmosfera effettuate dalla ditta Stam.Da diverso tempo, si assiste ad una pratica diffusa di spandimento di composto contenente fanghi sui terreni di Colonnella e zone limitrofe. Sono ormai centinaia le segnalazioni dei cittadini e di operatori agrituristici riguardo le esalazioni maleodoranti, provenienti da quella materia sparsa, il cui odore sgradevole è dovuto alla presenza di fanghi presumibilmente provenienti da depuratori civili o industriali.Ciò afferma il Comitato Aria Nostra: “La materia nera in questione è classificata come ammendante per il terreno ma, essendo altamente inquinante, può essere sparsa solo in piccolissimi quantitativi e solo su terreni che non siano già inquinati e non su terreni da agricoltura biologica .Il Comitato Aria Nostra chiede alle autorità competenti di accertare se tale spandimento venga effettuato secondo quanto previsto per legge, al fine di tutelare la salubrità dei terreni locali, la genuinità dei prodotti agricoli ivi coltivati e finanche la condizione di gradevole vivibilità dei cittadini e dei clienti o turisti che frequentano le note aziende agrituristiche e vitivinicole”.Il Comitato aggiunge: ” Infatti, lo spandimento di materiale sui terreni agricoli è regolato da una stringente normativa nazionale che ha lo scopo di tutelare la salute dei cittadini e dell’ambiente. È evidente che, a Colonnella, questa legge non sia stata rispettata creando disagi ed instillando dubbi di malsana consuetudine – afferma – Chiediamo pertanto a Regione, Provincia e Comune di esigere il rispetto delle norme vigenti. A tal fine, invieremo ai tre enti un dettagliato studio sulla normativa per aiutarli a far rispettare quanto previsto dalla legge”.

Leo Nodari