Con l’approvazione pressoché unanime della mozione “Per andare al governo del Paese”
(due le astensioni), il congresso nazionale del Popolo della Famiglia ha rieletto per il prossimo quadriennio
Mario Adinolfi presidente del partito: vicepresidente e coordinatore nazionale sarà il campano Nicola Di Matteo,
segretario nazionale il lombardo Andrea Brenna, vicesindaco di Grandate (Como),
coordinatori regionali per l’Abruzzo Rocco Cipollone, Diego Amedeo Ciancetta e Federica Lupi.
Adinolfi ha dedicato alla “difesa della Costituzione” la sua rielezione:
“Si parte subito con la battaglia per il no al referendum, accompagnata a quella per la piena applicazione
degli articoli della Carta riguardanti la famiglia”. Adinolfi dal palco congressuale ha poi sottolineato
il no al ddl Zan, commentando il tragico fatto di cronaca di oggi ad Acerra:
“La persona che ha ucciso sua sorella è un assassino, se davvero l’ha fatto per ragioni legate
all’orientamento sessuale del fidanzato di lei, allora il codice prevede anche l’applicazione
dei motivi abietti e futili, che fanno scattare le aggravanti. Ma non si sia così sciacalli,
da collegare a un dato emotivo la propaganda a favore del ddl Zan sulla omotransfobia,
che nulla aggiungerebbe al profilo penale del caso in oggetto.
Quel ddl serve solo a contrastare opinioni sgradite ed è figlio di una modalità violenta e totalitaria
di regolare i conflitti tra idee diverse”.