Mascherine all’aperto in Abruzzo: solo una “minestra riscaldata” dal governo Conte?
Ha ragione il Presidente della Giunta Regionale Marco Marsilio che, nel definire una “stupidaggine” la previsione dell’obbligatorietà dell’uso all’aperto delle mascherine “a prescindere dal distanziamento sociale”, ha ricordato come detto obbligo nel territorio della Regione, sia stato sancito, in maniera più logica e razionale, già con l’ordinanza a sua firma (n. 54) del 3 maggio 2020:
“ordina che tutte le persone che a qualsiasi titolo sono presenti nel territorio abruzzese (residenti e non) siano tenute – per 15 giorni ovvero sino a diverso provvedimento – ad indossare la mascherina anche all’aperto negli spazi aperti laddove non è possibile mantenere distanze sociali”.
Una norma semplice e chiara, la cui “ratio” ben si comprende ove sia dimostrata (e non solo autocertificata) l’effettiva utilità delle mascherine per prevenire la diffusione dell’infezione provocata dal “chinavirus”.
Il Governo Conte, tuttavia, con il decreto legge n. 125 del 7 ottobre 2020, artt. 1 e 5, ha previsto “l’obbligo di avere sempre con sé un dispositivo di protezione delle vie respiratorie” e sancito altresì “l’obbligo d’indossarlo … in tutti i luoghi all’aperto ad eccezione dei casi in cui, per le caratteristiche del luogo o per le circostanze di fatto, sia garantita in modo continuativo la condizione d’isolamento rispetto a persone non conviventi…...”.
La norma governativa, sebbene in maniera meno chiara ed a tratti contorta, sembra “prima facie” voler imporre l’obbligo in esame con modalità e finalità analoghe a quelle già previste dall’ordinanza regionale.
Tuttavia, ad una più attenta lettura del testo decreto legge approvato il 7 ottobre, si nota un riferimento, non già all’esigenza di garantire il “distanziamento”, bensì “l’isolamento”, ovvero una condizione punitiva, volta ad escludere contatti e rapporti sociali che, così afferma il Consiglio dei Ministri, deve esser garantita in modo continuativo (“sic!”).
Un “isolamento continuativo” che non ha nulla a che vedere con la tutela della salute pubblica, già adeguatamente garantita dal semplice “distanziamento”, sancito a maggio dal pragmatico Marco Marsilio, presidente della giunta regionale abruzzese.
Nel diritto penale l’isolamento rappresenta, com’è noto, una severa pena accessoria a quella detentiva.
Quale la finalità punitiva dell’”isolamento continuativo” perseguito dal Governo post comunista - grillino?
Vincenzo Di Nanna