Sin dall’estate scorsa, quando era emersa la notizia dell’ampliamento della linea ferroviaria che collega Pescara con Roma, l’amministrazione comunale di Teramo aveva allacciato contatti con il Comune de L’Aquila per creare una adeguata sinergia, finalizzata principalmente ad attivare azioni che scongiurassero l’estromissione dei due capoluoghi dal progetto, tra l’altro sostenuto dalla Regione.
Ora la questione torna di preminente attualità, anche in ragione dell’annunciato stanziamento di circa 7 milioni di euro per realizzare l’ipotesi Pescara-Roma.
E’ chiaro il dissenso del Comune di Teramo su tale idea progettuale che di fatto taglia fuori dalla direttrice tutto l’Abruzzo Nord-orientale e, per quanto ci riguarda, sia la città capoluogo che l’intera provincia di Teramo.
Si è a conoscenza dell’iniziativa de L’Aquila che si sta attivando per la realizzazione di una bretella ferroviaria che colleghi la città alla linea. Ma l’amministrazione comunale di Teramo è convinta che non si debba ricorrere a soluzioni parziali e parcellizzate e che vadano individuate invece soluzioni alternative e più sistematiche, per prospettare lo sviluppo della linea con una direttrice che comprenda il territorio teramano e anche quello aquilano, per servire praticamente tutte le città capoluogo abruzzesi.
Tale ipotesi presenta una serie di vantaggi innegabili, rispetto alla prospettiva attuale: si realizzerebbe una integrazione più efficace del territorio regionale, senza invece favorire lo sviluppo di una sola parte dello stesso; verrebbe coinvolto un bacino demografico più ampio di quello prospettato con la prima ipotesi; si favorirebbe lo sviluppo economico e sociale dell’intero Abruzzo, che di tutto ha bisogno tranne che essere diviso in comparti tra i quali creare sperequazioni e agevolazioni.
Ci si trova di fronte, in sintesi, ad una decisione che non può essere accettata nei termini fin qui noti proprio perché investe il futuro dei territori.
Ecco perché l’amministrazione comunale chiamerà a raccolta su tale questione tutte le realtà istituzionali, economiche, produttive, sindacali, sociali, per dare vita ad una mobilitazione tesa a sensibilizzare i decisori e a far valere le ragioni del territorio. Così come saranno investiti della problematica i consiglieri regionali teramani e aquilani, chiamati ad assumere posizioni chiare e decise.
E’ in gioco, anche sul versante della mobilità e dei trasporti il futuro di un territorio nel quale le connessioni materiali si riverberano su quelle immateriali e determinano la qualità della vita. Perciò, rimanere fuori da una programmazione che ha come sbocco naturale lo sviluppo e la rinascita, potrebbe essere un altro duro colpo per la nostra gente, che si aspetta invece sostegno, vicinanza ed equità da chi la amministra.