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Sono struggenti le note di 'Io resto qui' così come quelle della 'Preghiera del caduto in terra di Russia'. Riecheggiano in tutta la zona, dalle parti di viale Cavour vicino alla Baita dell'Alpino in occasione dell'inaugurazione del monumento agli alpini caduti nella Campagna di Russia che corona due giorni di celebrazioni dei 90 anni di vita della sezione Ana di Teramo.

Quei 1.500 e più alpini abruzzesi che non rividero più le loro famiglie, caduti per permettere di salvare il resto delle truppe italiane in affanno nel gelido inverno russo, e che tennero a lungo testa alle armate sovietiche al quadrivio di Seleniy-jar, in quel tragico dicembre 1942, nella famigerata 'Battaglia di Natale', avevano il diritto ad essere ricordati anche qui. Ed eccolo il monumento, salutato dal pregiatissmo labaro degli alpini italiani, a celebrare dignità ed eroismo del 9° Reggimento alpini con i Battaglioni L'Aquila, Val Cismon e Vicenza.

Alla presenza del presidente nazionale dell'Associazione Nazionale Alpini, Sebastiano Favero, il silenzio e la deposizione della corona d'alloro ha reso imperituro ancor più quel sacrificio, "sperando che quanto fecero in Russia in quel Natale 42 i nostri alpini abruzzesi e teramani - ha detto Favero - giunga di esempio ai nostri giovani, che lo tengano sempre presente".WhatsApp_Image_2020-10-11_at_13.22.541.jpeg