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di ANTONIO D’AMORE Chiuse. Tre sedi universitarie su quattro chiuse. Da oggi. Ufficialmente, perché il rettore vuole valorizzare il campus di Coste Sant’Agostino. La cronaca, quella che i decreti del Magnifico non raccontano, è la cronaca delle ispezioni che, da qualche settimana, hanno interessato le strutture dell’Ateneo. E’ la cronaca dei sopralluoghi dei Carabinieri, dei Vigili del Fuoco, di una sicurezza che non c’è, qualcuno parla anche di problemi legati ad una ispezione all’Ispettorato del Lavoro. Fatto sta che, da questa mattina, la sede del vecchio rettorato in viale Crucioli, quella dell’ex Molinari in piazza Aldo Moro e quella dell’ex Motorizzazione in Viale Crispi, dovranno essere chiuse. Per ordine del Rettore. Giusto il tempo di spostare la segreteria studenti, poi porte sbarrate in viale Crucioli. Significa che per quattrocento studenti di Veterinaria, Biotecnologie e di Benessere Animale, da questa mattina andare a lezione significa cercarsi un’aula a Colleparco. Con tutto quello che ne consegue. Chiusa anche la fattoria di Chiareto e la clinica veterinaria, e adesso non si sa dove spostare gli animali. E non si sa neanche come, e dove, continuare a fornire quelle prestazioni per il randagismo previste dalla convenzione con la Regione Abruzzo. Tutto chiuso. Per ordine del Rettore (con un decreto rettorale n.144), che sembra voglia potenziare Coste Sant’Agostino, ma i tempi e i modi della decisione sembrano raccontare una storia diversa. La storia di una “necessità”, ovvero di una scelta irrinunciabile, di quella che si prendono quando qualcuno te la impone. E di solito, quel qualcuno, veste la divisa. Una divisa come quella che indossano gli uomini della Guardia di Finanza che, sembra su ordine del sostituto procuratore Rosati, stanno indagando da qualche giorno sulla Fondazione, il cuore dell’UniTe, sequestrando anche una serie di documenti. I rumors raccontano di bilanci, di revisori dei conti, di fondi, di assunzioni, di tanto. Forse di troppo. Un troppo che scivola anche sul terminato idillio tra il Magnifico e una parte del suo personale, ma soprattutto tra lo stesso D’Amico e una parte, consistente, di quel Centrodestra teramano che, pure, l’aveva aiutato a vestire la toga più importante. Così, tra inchieste e chiusure, sequestri e polemiche, l’Università di Teramo si prepara ad accogliere il ministro Giannini, che verrà a Teramo sabato prossimo. In piena campagna elettorale, lei che è anche candidata.