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INFERMIERACOVIDIl “Lodo Mattucci” non è passato. L’Unità di crisi della Asl, presieduta dal direttore generale Di Giosia ha votato contro la proposta dell’ormai pensionanda direttrice sanitaria, che premeva perché l’ospedale Covid della provincia di Teramo si facesse a Giulianova. Un’ipotesi, questa giuliese, che è subito apparsa a molti come poco comprensibile, almeno nelle motivazioni organizzative, alla luce del fatto che, nella prima ondata pandemica, la scelta dell’ospedale dio Atri si era rivelata più che azzeccata. Anzi: sulle capacità organizzative del San Liberatore, si erano concentrate le attenzioni anche della grande stampa nazionale, chiamata a celebrare il fatto che, in una sola notte, fosse stato allestito un reparto in grado di gestire in maniera superba il problema. Un reparto attrezzato, organizzato, con personale preparato… non avrebbe avuto senso crearne un doppione. E infatti, per la “non scelta di Atri, ovvero a favore di quello che è stato definito il ”lodo Mattucci”, hanno votato solo in due: la stessa Mattucci e il dottor Bruno Raggiunti, che lavora all’ospedale di Atri. Le pur comprensibili istanze atriane (anche il Sindaco sia batte contro la riapertura dell’Ospedale Covid) hanno dovuto cedere il passo di fronte alla logica di una scelta organizzativa già premiata dai risultati.