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Doppia lettera, oggi, è stata consegnata nelle mani del ministro Stefania Giannini. La prima, da parte di una rappresentante dell'UDU Teramo, per sollecitare il governo nell'iter di eliminazione del sistema del numero chiuso a livello nazionale, da un lato, e per far conoscere al ministro l'anomalia del sistema di nomina dei rappresentanti degli studenti negli organi di governo dell'ateneo: non dal basso, tramite elezione, bensì dall'alto, tramite una nomina diretta del rettore. Un sistema contro cui si batte l'Udu. VIDEO / L'INTERVISTA ALLA COORDINATRICE DELL'UDU TERAMO, VALENTINA FRANCESCONE - CLICCA QUI Altra lettera consegnata al ministro è quella della lista Prospettiva Comune del candidato sindaco al Comune di Teramo, Giorgio Giannella, della quale riportiamo integralmente il contenuto:  
Signor Ministro, ci permettiamo di inviarLe il punto di vista degli studenti e degli insegnanti precari. Si susseguono da anni gli annunci di riforme, volatili come gli slogan pubblicitari, e restano i tagli, l’aumento delle tasse e dei costi dei materiali, la dittatura del precariato. L’annuncio di voler assumere 17 mila insegnanti nel 2016 e di voler intervenire sul fallimentare sistema del numero chiuso sono buone notizie, sia inteso. Allo stato attuale appaiono, però, di nuovo e soltanto annunci, in ogni caso non sufficienti neanche se fossero confermati. Il suo governo è già stato costretto al dietrofront sul taglio al fondo ordinario di finanziamento delle università di 30 milioni di euro, contenuto all’articolo 50 del decreto sul cuneo fiscale. Questi sono i fatti. Le borse di studio autofinanziate dagli studenti, attraverso l’innalzamento progressivo delle tasse regionali, il baronaggio come pratica di cittadinanza servile, le scuole in condizioni disastrate, le classi pollaio e gli insegnanti più anziani del mondo, il nozionismo, la mancanza cronica di fondi alla ricerca e potremmo andare avanti a lungo.... Lei sa bene quale sia il prodotto determinato dalla somma di questi fattori: un paese arretrato, un’istruzione che fa degli studenti “docili cittadini delle moderne democrazie di massa”, un sapere di pochi per pochi. La scuola e l’università di classe. L'esperienza che ci sta portando a candidarci alle prossime elezioni amministrative a Teramo ed a rappresentare politicamente tutti i cittadini, ma con particolare attenzione ai giovani precari ed alle giovani intelligenze, parte e si incentra prevalentemente sull'impegno a far diventare la nostra una vera città universitaria attraverso la ricollocazione dell' ateneo teramano in centro storico. Siamo in questo senso supportati dalla convinzione che i piccoli atenei, come il nostro, svolgano un ruolo sociale fondamentale a garanzia dell'istruzione avanzata anche delle fasce che non possono permettersi la pratica di migrare verso i centri più grandi. Con questa lettera noi umili studenti ed insegnanti precari, ricercatori a tempo determinato ed aspiranti professori, ci permettiamo, signor Ministro, di chiederLe di non fare una riforma, di non annunciarla nemmeno. Le chiediamo di essere concreta, di pretendere l’impossibile. Aumenti vertiginosamente il FFO all’Università, abolisca la vergogna del precariato, ci dia i fondi per rendere le scuole sicure, cacci i baroni e loro famiglie dal pubblico sapere, sommerga di soldi la ricerca e il diritto allo studio, come ci impone la Costituzione, si occupi prima di tutto dell’istruzione dei poveri. Non ci risponda che non ci sono i quattrini, signor Ministro. L’Italia ha speso nel 2013 32,7 miliardi di dollari (dati Sipri) per uomini e macchine da guerra. Solo un miliardo e mezzo per i beni culturali.L’Italia ripudia la guerra, signor Ministro. Crediamo come Don Milani che “Conoscere i ragazzi dei poveri e amare la politica è tutt'uno. Non si può amare creature segnate da leggi ingiuste e non volere leggi migliori.” Per questo le chiediamo di essere coraggiosa, Signor Ministro. Non cambi verso solo affinchè non cambi nulla.