“La Ugl chiede l’immediata revoca della determina con la quale il Responsabile dell’Area tecnica della Asp 2 della Provincia di Teramo ha affidato l’installazione del sistema di videosorveglianza nella sede della struttura. Un atto che di fatto viola tutte le procedure normative preliminari imposte dal Regolamento Europeo, oltre che dal Garante della Privacy, a partire dalla redazione e approvazione del Regolamento per la disciplina della videosorveglianza interno all’Ente e alla contrattazione sindacale che obbligatoriamente deve precedere l’adozione di tali atti. Se un Ente decide di proteggere le proprie strutture, deve innanzitutto farlo rispettando gli obblighi normativi inerenti la tutela dei dati personali e della privacy dei propri dipendenti, visto che la sede della Asp 2 non è un’area franca dove chi si alza prima la mattina decide cosa cucinare a colazione”. Lo ha detto il Segretario provinciale del sindacato Ugl Armando Foschi che ha già inviato una lettera agli Organi preposti per chiedere l’immediato annullamento del provvedimento.
“Dopo le irrituali e inapplicabili ordinanze censorie del Presidente della Asp 2, arrivano anche le determine bizzarre del Responsabile dell’area tecnica – ha sottolineato il Segretario Foschi -. Il primo provvedimento era arrivato lo scorso luglio, subito contestato dalla stessa Ugl, con il quale si procedeva con un affidamento diretto alla ditta Securitalia per la somma di 4mila 40 euro, in cambio del servizio per 36 mesi, servizio che comprendeva l’installazione in comodato d’uso per 36 mesi di 3 telecamere; il servizio di videosorveglianza con acquisizione delle immagini sulle 24 ore e per 365 giorni l’anno, per un periodo di 36 mesi; l’intervento delle pattuglie in caso di allarme sulle 24 ore e per 365 giorni l’anno, per un periodo di 36 mesi; la manutenzione dell’impianto per 36 mesi. La Ugl ha contestato il provvedimento, ricordando che, prima di procedere con una tale determina, occorrevano una serie di attività preliminari, tra cui la redazione di un apposito Regolamento di cui l’Ente deve dotarsi, la stipula di un accordo preventivo con le Rappresentanze sindacali unitarie e le rappresentanze sindacali locali, l’individuazione del responsabile del trattamento dei dati personali e dei dati sensibili, oltre che delle immagini, e l’informativa del personale. La lettera è rimasta senza alcun riscontro, ma nel frattempo il servizio non è partito. Lo scorso 4 novembre il Responsabile dell’area tecnica ha riproposto lo stesso provvedimento, firmando una nuova determina, la numero 55, sempre per affidare in modo diretto il servizio di videosorveglianza, sempre alla ditta Securitalia, peraltro l’unica ad essere stata contattata, dunque in assenza anche di qualsivoglia parametro di comparazione sui costi del servizio, e sempre senza aver messo in atto, nei mesi intercorsi tra luglio e novembre, alcuna delle attività propedeutiche, preliminari e obbligatorie per rendere legittima la procedura. Non solo – ha aggiunto il segretario Foschi -, leggendo la nuova determina, è impossibile non sottolineare degli elementi quantomeno bizzarri che si ritrovano nel provvedimento. Innanzitutto i costi posti a carico della Asp 2 che, pure a fronte della sottrazione di un servizio, aumentano anziché ridursi: nella nuova determina, infatti, è stato tolto il servizio di intervento delle pattuglie in caso di allarme. Restano l’installazione in comodato d’uso di tre telecamere per 36 mesi, la loro manutenzione e l’acquisizione delle immagini, ma il prezzo iniziale di 4mila 40 euro, oltre Iva, dello scorso luglio è lievitato a 4mila 280 euro oltre Iva, un’anomalia che non trova alcuna giustificazione. Nel merito la Ugl chiede allora che venga fornito il prezzo di dettaglio di ciascun servizio e non il prezzo a corpo. Non basta: nella nuova determina il Responsabile dell’Area tecnica ha affermato di procedere con l’affidamento diretto del servizio alla ditta Securitalia ‘in conseguenza anche delle indicazioni ricevute per le vie brevi dalla Presidenza dell’Ente’ e qui sono due le anomalie riscontrate: innanzitutto cosa s’intende per ‘le vie brevi’, visto che l’affidamento di un servizio di tale rilevanza va affidato con indicazioni formali e istituzionali, non certo con una chiacchierata al bar o con una disposizione impartita da un cellulare, e purtroppo la determina non fa alcun riferimento ad atti o documenti propedeutici a firma della Presidenza dell’Ente, e poi vanno chiarite quali sarebbero le ‘indicazioni ricevute dalla Presidenza’ per affidare il servizio a una ditta ben specifica, procedura inaccettabile, ovviamente, in un Ente pubblico come una Asp. Infine la Ugl – ha proseguito il Segretario Foschi – ha riscontrato un macroscopico errore nei conti inerenti i pagamenti rateali da effettuare alla ditta e che impongono all’Ente di pagare alla ditta non 4mila 280 euro, ma 6mila 680 euro oltre Iva, ovvero 100 euro oltre IVA per 36 mesi, cioè 3mila 600 euro oltre IVA; 200,00 euro una tantum; 120 euro oltre IVA per 24 mesi, a decorrere dal secondo anno di contratto, ovvero 2mila 880 euro oltre IVA. Sarà pure un errore, che se passa però sotto silenzio diventa un dato acclarato che esporrà la Asp 2 a un pesante contenzioso. A questo punto, considerando le varie e numerose anomalie, oltre che gli errori materiali, abbiamo chiesto l’immediata revoca della determina e la convocazione urgente di una riunione con le sigle sindacali per l’opportuna concertazione, attività finalmente possibile dopo che la Regione Abruzzo, grazie all’assessore Pietro Quaresimale, ha ricostituito la piena legittimità della governance della Asp 2 con la ratifica dei membri del Consiglio d’Amministrazione eletti lo scorso aprile e dell’Assemblea dei Portatori d’interesse. Ovviamente il problema sollevato è stato già sottoposto all’attenzione della Prefettura di Teramo e dell’assessore Quaresimale”.