Sarà di oltre duemila euro la perdita di reddito procapite degli abruzzesi a causa del Coronavirus. Per la precisione di 2.171 euro, ovvero una flessione del 9,6% rispetto al 2019, e a pagare il prezzo più alto saranno le province di Pescara e Teramo. E’questa la previsione pubblicata dall’ufficio studi della Cgia di Mestre. Esito del tutto prevedibile, alla luce del fatto che il Pil italiano nel suo complesso dovrebbe perdere quest’anno in Italia quasi il 9,7%, e in Abruzzo il 9,8%, tornando ai livelli del 1998, con una perdita di oltre vent’anni di crescita. Il valore aggiunto pro capite, semplificando, misura la ricchezza, il denaro circolante in un determinato territorio, in base alla produzione annua di nuovi beni e servizi destinati all’impiego finale, corrispondente alla somma delle remunerazioni dei fattori produttivi (lavoro e capitale-impresa) e degli ammortamenti. L’analisi della Cgia, per di più, rappresenta una prospettiva più rosea rispetto a quella che potrebbe segnare il 2020, visto che i dati sono aggiornati al 13 ottobre e non tengono conto degli effetti economici negativi che deriveranno dagli ultimi dpcm che sono stati introdotti in queste ultime settimane